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Ferrara, foschia e una strana “pioggia”

Alessandra Mura
Ferrara, foschia e una strana “pioggia”

Scrosci d’acqua dagli alberi ieri mattina hanno ingannato diversi ferraresi. Il climatologo Mercalli: «Fattori per la nebbia perfetta, ma con temperature più alte»

30 gennaio 2024
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Ferrara In giardino piove a dirotto, in strada no. Ieri mattina sono stati in molti a pensare che il clima, già afflitto da evidenti sintomi di esaurimento nervoso, fosse impazzito del tutto. Ed è stato un balletto di ombrelli aperti e richiusi, afferrati al volo all’ultimo momento e subito rimessi al loro posto.

Ma l’apparente schizofrenia meteorologica ha trovato presto una spiegazione: quella che scendeva copiosa dagli alberi non era pioggia, ma l’acqua “figlia” dell’intensa nebbia che in questi giorni è tornata a coprire con una coltre lattea tutto il Ferrarese, regalando atmosfere felliniane, o meno poetici ricordi delle partite a tennis tra Fantozzi e il ragionier Filini. Il risultato in ogni caso è lo stesso, banchi fitti che a tratti, appena fuori dal perimetro urbano (ma anche entromura), azzeravano la visibilità, insidiosi e affascinanti insieme.

E se niente è più naturale che parlare del tempo, non si sono fatte attendere considerazioni del tipo: “Da anni non si vedeva a Ferrara una nebbia del genere”, con le immancabili fazioni - come succede per la neve in città - di chi la ama e chi la detesta.

Per la calata di questo gran nebbione dobbiamo ringraziare, o maledire a seconda dei casi, «un periodo prolungato di alta pressione, con un anticiclone particolarmente esteso su tutto il Mediterraneo durante la stagione invernale, che ha portato aria umida», interviene il climatologo Luca Mercalli.

In questi giorni dunque si sono allineati tutti i fattori per la “nebbia perfetta”: «Un anticiclone con una certa stabilità atmosferica, assenza di venti e in inverno. Ma non dimentichiamo che, in pianura, la nebbia significa anche inquinamento».

L’anticiclone proviene da Marocco e Spagna, portando aria calda. E questo spiega anche la “pioggia a macchia di leopardo” che scroscia al mattino dalle fronde delle piante: «Trent’anni fa, con le stesse condizioni ma con temperature al di sotto dello zero, sugli alberi si sarebbe formata la galaverna – continua Mercalli – Ma alle temperature di questi giorni la brina non si forma».

Insomma, un meteo “Frankenstein” in cui fattori “tradizionali” si accompagnano a segnali del cambiamento climatico. E per i prossimi giorni cosa dobbiamo aspettarci?: «Nessuna novità – conclude il climatologo Mercalli – La caratteristica degli anticicloni è essere persistenti, quindi almeno fino al 6-7 febbraio la situazione cambierà poco».


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