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Ferrara, Curtarello-Balboni, lite a destra. Il tavolo elettorale senza la Lega

Stefano Ciervo
Ferrara, Curtarello-Balboni, lite a destra. Il tavolo elettorale senza la Lega

Il leghista attacca su Lagosanto, il senatore: «Vorrebbe candidarsi ad Argenta». Può intervenire il regionale del Carroccio. Anche Riva del Po tra i comuni “caldi”

03 febbraio 2024
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Ferrara Il tavolo del centrodestra per le amministrative 2024 non si è aperto nella maniera migliore. Ieri pomeriggio, nella sede di Fratelli d’Italia di via Cassoli, si sono dati infatti appuntamento in una ventina e più esponenti di partiti e liste civiche che fanno riferimento a quell’area politica, mancava però uno dei soggetti fondatori dell’alleanza: la Lega. Un’assenza polemica, come ha chiarito in mattinata il segretario provinciale Ottavio Curtarello, che ha fatto esplodere la conflittualità con FdI ed in particolare con il suo leader storico, il senatore Alberto Balboni, da mesi nascosta sotto la cenere. Il casus belli sono le candidature a sindaco in provincia, in particolare Lagosanto e Argenta, non è detto che la frattura sia di portata tale da minare la coalizione a livello provinciale ma non sarà semplicissimo ricomporre, dopo le parole volate ieri.

L’affondo leghista Il rinvio del tavolo, che si doveva svolgere già a fine gennaio, sembrava aver consentito di smussare alcuni spigoli, con la modifica dell’assetto pensato inizialmente da FdI (solo i partiti fondatori, cioè gli stessi Fratelli, Forza Italia e Lega) in un maxi-tavolo con l’Udc, che ha “ripudiato” l’esperienza di Masi Torello di collaborazione con il Pd, e una miriade di altri partiti e liste: Ferrara Cambia, Noi Moderati (referente Andrea Rossi), Rete civica, Dc di Rotondi, Rinascita socialdemocratica di Vittorino Navarra.

Invece era evidentemente rimasto da sciogliere il nodo principale, cioè il rapporto Lega-FdI. «Fino all’ultimo - ha infatti scritto Curtarello poche ore prima della riunione - abbiamo confidato che FdI rivedesse la propria e del tutto singolare posizione su Lagosanto ed invece siamo venuti a conoscenza che ha già deciso che non sosterrà il sindaco uscente Bertarelli: sindaco vincente, già sostenuto anche da loro nelle scorse amministrative, in barba a tutti gli accordi di coalizione a livello nazionale». La riunione «organizzata da Alberto Balboni» con tutti gli elementi «già predeterminati e non condivisi con i destinatari degli inviti», è secondo il segretario leghista l’emblema di «una forza politica (che non ha ancora tirato fuori il nome, uno, di un loro candidato “di partito”) che fa e disfa a proprio piacimento creando però frizioni inutili e sterili; Lagosanto ne è la dimostrazione lampante».

Di qui l’annuncio che la Lega avrebbe disertato il tavolo, «le riunioni in cui si deve solamente prendere atto di scelte autoreferenziali non hanno senso; come partito la Lega si è sempre spesa per un centrodestra unito senza mai chiedere alle altre forze politiche di chinare la testa e non inizieremo certo adesso noi ad andare con il cappello in mano nella sede di FdI». Toni duri seguiti effettivamente dalla pesante assenza pomeridiana, anche se la conclusione lasciava aperte le porte alla collaborazione futura, «siamo sicuri quindi che le prossime riunioni organizzate dalle altre forze politiche diano invece esiti molto più che propositivi».

La risposta Lagosanto, dunque? Non solo, stando alla risposta del senatore non appena saputo, con un certo sbigottimento, delle intenzioni leghiste. «La realtà è che quando i nostri esponenti sono andati a parlare con Bertarelli, chiedendo di essere consultati per programma, liste e futura giunta (a Lagosanto abbiamo preso il 34%), si sono sentiti rispondere che avrebbe deciso tutto lui. Increduli, abbiamo chiesto conferme al vicesindaco, e avendole ottenute, siamo stati costretti a scegliere un’altra strada - è il senatore a parlare - Mi sembra un atteggiamento irragionevole, mai trovato in tanti anni di politica: Bertarelli non è un civico, è stato sostenuto dalle liste dei partiti. Ma l’altra verità - ecco il contro-affondo - è che Curtarello ambisce a fare il candidato sindaco di Argenta, e cova rancore personale perché noi, ma non solo, abbiamo detto di preferire la civica Gabriella Azzalli, che a nostro giudizio ha molte più possibilità di vincere».

Come andrà a finire è difficile dirlo, la previsione del senatore è che «si continuerà il dialogo con la Lega “vera”, rappresentata dai sindaci, a partire da Alan Fabbri e Fabrizio Pagnoni, e dal deputato Davide Bergamini, con i quali c’è totale sintonia».

Cos’è emerso La sintesi post-riunione, sempre del senatore, prefigura in realtà una via d’uscita per mantenere l’unità formale del centrodestra, anche a prezzo di perdere pezzi del Carroccio: «La disponibilità del simbolo non è del livello provinciale, ma di quello che i leghisti chiamano “nazionale”, cioè l’Emilia - lascia cadere lì Balboni - L’incontro? È andato bene, è stato molto costruttivo».

In ogni caso Fratelli d’Italia ha avanzato per Lagosanto la candidatura di Gianluca Bonazza, gli altri partiti non si sono espressi («in assenza della Lega non era corretto esprimersi» ha detto Fabrizio Toselli, coordinatore di Forza Italia) ma diventa probabile lo scenario di Bertarelli che corre appoggiato dalla sola Lega. Azzalli? «Tutti i presenti, e dico tutti, hanno convenuto che è il candidato migliore per Argenta» è la sintesi del senatore. L’altra questione in sospeso, per come si è svolta la riunione, è Riva del Po: la civica Daniela Simoni ha chiesto di essere appoggiata dal centrodestra nella corsa a sindaco, il FdI punta su Francesco Robboni, nome uscito ieri.

Appuntamento tra un paio di settimane, questa volta nella sede di Forza Italia. «Entreremo di più nel merito dei Comuni al voto, con l’auspicio - sottolineava all’uscita Fabrizio Toselli (FI) - che ci sia anche la Lega. Non partecipare agli incontri è sempre sbagliato, è quella la sede per confrontarsi: cercheremo di capire come superare le difficoltà, che sono in qualche maniera fisiologiche in questa fase. Resto ottimista». 


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