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La protesta

Alberone, ufficio postale chiuso: «Disagi a non finire e il paese così muore»

Alessandra Mura
Alberone, ufficio postale chiuso: «Disagi a non finire e il paese così muore»

Zero certezze sulla data di riapertura

09 febbraio 2024
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Alberone Dal 26 gennaio l’ufficio postale di Alberone è chiuso per eseguire lavori di adeguamento degli spazi interni, ma se l’avviso alla clientela affisso dietro la grata riporta il giorno di inizio della sospensione, sulla data di riapertura non ci sono indicazioni. E i residenti, che già hanno assistito a un progressiva perdita di servizi, (come la banca), temono che la chiusura possa essere definitiva aggravando il senso di isolamento del paese.

Al Forno Dimirio, mentre serve coppie e panini ai clienti, Ivana Modenese conferma il malumore che da qualche giorno si è diffuso tra la comunità: «Io non abito qui, ma sento parecchie persone lamentarsi per la chiusura, perché costretti ad andare alla posta in altri Comuni».

Le alternative sono XII Morelli, Reno Centese, Casumaro, Cento e Finale Emilia, da cui invece la gente fino a poco fa raggiungeva proprio Alberone per andare in posta «perché l’ufficio ha sempre funzionato benissimo, era un’isola felice grazie all’addetto allo sportello, il signor Giovanni, che è sempre stato molto apprezzato per la sua efficienza», dice Umberto Baruffaldi: «Io sinceramente non vado molto spesso alle poste, ma non avere neanche un ufficio è certo un forte disagio per il paese».

Marco Paolucci in questi giorni ha provato a rivolgersi a XII Morelli «ma sono dovuto scappare via, perché c’era tantissima gente e l’attesa era troppo lunga. Così sono andato direttamente a Finale, dove c’è il bancoposta e per ritirare i soldi non bisogna fare la fila».

La notizia della chiusura lascia invece stupita Marta Balboni: «Non lo sapevo, la mia pensione viene accreditata direttamente in banca e non devo ritirarla in posta, ma qualche volta c’è bisogno di andarci per qualche servizio, e doversi spostare in altri Comuni o paesi è una bella scomodità».

Giacomo Cimarelli esibisce una bolletta del telefono da pagare: «Invece che alla posta andrò al bar, anche se mi toccherà pagare 2 euro di commissione. Per il resto, ci si dovrà arrangiare».

Adalcisa Bellini è dispiaciuta nel vedere il paese svuotarsi di attività, servizi e punti di riferimento: «Speriamo che l’ufficio postale riapra, perché era l’unico luogo rimasto a cui rivolgersi dopo che avevamo perso la banca».

A impensierire i residenti è la mancata chiarezza su quando e soprattutto se l’ufficio riaprirà, perché su questo punto Poste italiane, pur sottolineando che la chiusura è temporanea, non ha fornito informazioni sulla data di riattivazione dell’ufficio di via Pascoli. «Nel frattempo siamo costretti ad andare a Finale Emilia, e compiere un giro lunghissimo a causa della chiusura del Ponte Vecchio», conclude sconfortata Adalcisa.l


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