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Il caso

Stagista arrestato: «Diteci cos’è successo»

Annarita Bova
Stagista arrestato: «Diteci cos’è successo»

Arrestato nell’asilo. L’appello accorato dei genitori agli inquirenti. Dalla scuola: «Abbiamo provato a chiedere, le bocche sono cucite»

10 febbraio 2024
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Unione Valli e Delizie Da una parte la giustizia, che deve fare il suo corso in maniera fredda e distante. Dall’altra le famiglie che ormai da giorni non dormono sonni tranquilli. Un ragazzo di 21 anni è stato arrestato in un asilo per reato (o reati) a sfondo sessuale: un’accusa pesantissima, che ha lasciato la comunità in cui i fatti sarebbero avvenuti basita e sconvolta.

Nei prossimi giorni alcuni genitori (che non è detto siano quelli dei bambini che frequentano la materna in questione) potrebbero essere chiamati dagli inquirenti per un primo confronto. Il giovane è conosciuto, ha sempre frequentato un certo ambiente ed è stato per anni educatore anche nei campi estivi.

Le indagini Dal 2 di gennaio decine di telecamere e microfoni sono stati posizionati dentro la scuola e fuori, carabinieri in borghese non hanno mai perso di vista il 21enne. Una settimana fa l’arresto proprio mentre il giovane si trovava in servizio a scuola. La domanda che si pongono i genitori dei bambini è semplice: cosa stava combinando in quel momento? Perché dopo averlo seguito e monitorato per giorni e giorni sono arrivati a far scattare le manette proprio dentro l’asilo? Nessuno parla. Le indagini sarebbero ancora in corso.

Il 21enne è a stretto contatto con i bambini da anni. Alla scuola dell’infanzia è entrato dal mese di maggio, avendo vinto il bando del Servizio civile, ma fin da adolescente ha sempre fatto “l’educatore” (non a livello professionale non avendo titoli).

Il peso che in questi giorni stanno portando i genitori dei bambini come anche le maestre è enorme. Giovedì sera i responsabili della scuola li hanno incontrati, dicendo loro che i piccolini non sono mai rimasti soli in questi mesi con il ragazzo, nemmeno per pochi minuti. Su questo punto le perplessità sono tante perché qualcuno ricorda invece di aver affidato direttamente al 21enne il proprio figlio/a sull’uscio della scuola, visto che al mattino c’è una sorta di accoglienza. D’altro canto le maestre hanno ribadito che avevano fiducia nel giovane, che conoscono fin da quando era bambino.

«Ci troviamo in una posizione assurda, visto che non abbiamo nessun elemento - dicono dalla scuola -. Al momento nessun bambino è stato ritirato. Anche i nostri figli frequentano questa scuola e noi per primi avremmo fatto qualcosa se avessimo saputo. Pensate a quante cose, da genitori, ci possono scappare. Non possiamo avere un controllo totale, non sarebbe possibile. La fiducia che ci avete dato in questi anni non deve venire meno. Pensiamo più ad una responsabilità soggettiva dell’individuo che non collettiva della scuola. E comunque è ancora tutto da accertare».

Le paure E hanno aggiunto: «Forse la denuncia è partita da qui, ma le cose sono successe altrove. Magari aveva immagini di un certo tipo nel computer, come altre mille cose: comunque ha sbagliato lui. Le nostre educatrici non hanno mai visto niente, mai. Non avrebbero mai accettato nulla. Dovete continuare ad avere fiducia in noi».

Mai sentore, mai dubbi, mai nulla. Dall’asilo lo ribadiscono con grande forza. La scuola ha già nominato un avvocato: «Abbiamo dovuto farlo, per capire come muoverci, perché non ne abbiamo idea. Ad oggi nessuno di noi ci ha chiamato per spiegare, noi non sappiamo qual è l’accusa. Il ragazzo non è stato arrestato davanti ai bambini, loro non hanno visto niente. Il ragazzo non è mai, mai stato da solo. A scuola come anche quando siamo andati in gita. L’unica persona con cui siamo riusciti in qualche modo a dialogare è stato l’avvocato del ragazzo, il quale ci ha solo detto che al momento ha solo comunicato al ministero la rinuncia al servizio civile. I carabinieri non ci hanno mai voluto dire niente, nonostante le nostre continue richieste di chiarimenti. Nessuno parla con noi, nessuno. Tanto meno le forze dell’ordine, cui abbiamo chiesto gentilmente d’informarci».

I genitori sono smarriti: «Ci conosciamo tutti, non riusciamo a capire perché al momento nessuno sembra coinvolto. Se così fosse, avremmo avuto delle reazioni forti, eppure non è così. Quindi o le cose sono successe altrove oppure ancora non siamo stati informati».

Ancora: «Ci frulla per la testa qualsiasi cosa. Il nostro pensiero è come è potuto accadere, come si è arrivati a questo punto. E rinnoviamo il nostro appello agli inquirenti: diteci qualcosa. Non lasciateci così nel limbo. Se i carabinieri sono arrivati ad arrestarlo nell’asilo qualcosa di grosso è successo. Per favore, diteci la verità». l