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Ferrara, truffa con i soldi dell’accoglienza: in tre finiscono a processo

Daniele Oppo
Ferrara, truffa con i soldi dell’accoglienza: in tre finiscono a processo

Imputati i presidenti delle coop Vivere Qui e Un Mondo di Gioia

13 febbraio 2024
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Ferrara Tra le persone offese ci sono l’Asp e la prefettura di Ferrara. Ma soprattutto ci sono tredici migranti ospitati nelle strutture di accoglienza, i quali hanno denunciato condizioni di accoglienza non propriamente corrispondenti allo standard minimo richiesto. Sono tre le persone per le quali il sostituto procuratore Andrea Maggioni ha disposto la citazione diretta a giudizio a conclusione dell’indagine sull’uso dei fondi pubblici per l’accoglienza dei miranti a Ferrara. Si tratta in questo caso del secondo filone d’indagine, che ha già portato all’archiviazione delle posizioni delle cooperative, associazioni e anche imprese attive negli anni scorsi nel sistema di accoglienza provinciale, ma che ha visto due cooperative rimanere impigliate nella rete investigativa: la Vivere Qui (per la quale vie è anche un altro processo in corso) e la coop padovana Un Mondo di Gioia. Gli imputati sono i rispettivi legali rappresentanti delle due società tra il 2018 e il 2020. Processo unico, ma accuse non del tutto coincidenti.

La posizione più delicata appare quella di Marco Callegaro, presidente di Un Mondo di Gioia(difeso dall’avvocato Matteo Cavatton del Foro di Padova). A lui è contestata la truffa per non aver adeguatamente rendicontato le spese sostenute negli anni 2018 e 2020 e per le quali avrebbe illegittimamente ricevuto i fondi destinati al servizio di accoglienza. Si parla di 8.819 euro per il 2018 e di poco più di 14mila euro per il 2020. In sostanza, sostiene l’accusa, avrebbe presentato alla Prefettura delle fatture omettendo in maniera fraudolenta di stornare le spese di natura personale e, in generale, quelle estranee al progetto, ottenendo così una cifra maggiore di quella ritenuta realmente spettante. Su questo punto l’accusa è di fatto identica anche a carico di Thomas Kuma Atogni e di Success Kalu Nganshui (difesi entrambi dagli avvocati Stefano Scafidi e Sara Bruno), entrambi camerunesi, succedutisi alla guida della coop Vivere Qui tra il 2018 e il 2020. In totale la procura e le Fiamme Gialle contestano loro l’ottenimento fraudolento di 67.141 euro al primo e 11.530 euro al secondo.

Al solo Callegaro è contestato anche un secondo reato, e per questo la sua posizione è più delicata: quello di frode nelle pubbliche forniture. Secondo la procura avrebbe «inadempiuto con frode all’esecuzione del contratto volto a disciplinare il servizio di accoglienza dei richiedenti protezione internazionale» o «degli altri connessi obblighi contrattuali facendo mancare, in tutto o in parte, cose od opere necessarie a un pubblico servizio così come previsto nel correlato capitolato d’appalto». Un reato che si sarebbe compiuto almeno fino all’ottobre del 2021. A sostegno di quest’accusa, suo punto d’origine, vi sono anche le denunce di alcuni migranti (provenienti da Gambia, Nigeria, Bangladesh, Ghana, Costa d’Avorio e Pakistan) ospitati a Ferrara dalla coop Un Mondo di Gioia, gli stessi poi individuati come parti offese. Il processo si aprirà il prossimo 23 aprile, alle ore 9, con l’udienza predibattimentale, un primo vaglio sulla fondatezza delle accuse.