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La trattativa per l'Uci

Ferrara, multisala Darsena: c'è fermento per rilevare le sale.

Stefano Ciervo
Ferrara, multisala Darsena: c'è fermento per rilevare le sale.

Si muove Cinepark, interessamenti da fuori provincia. "Gli schermi non resteranno spenti". Ottimismo Anec

15 febbraio 2024
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Ferrara La multisala di Darsena city difficilmente resterà vuota. Ci vorrà un po’ di tempo, bisognerà probabilmente passare per una ristrutturazione con perdita eventuale della stagione estiva ma l’addio del gestore Uci Cinemas, ormai certo, non dovrebbe avere come conseguenza gli schermi neri. Le indiscrezioni su interessamenti di altre catene di gestione cinema, sia locali che sovraterritoriali, si stanno infatti moltiplicando, mentre l’amministrazione comunale non ha ancora risposto alla richiesta d’incontro dei sindacati anzitutto a tutela degli otto dipendenti fissi e degli altri a tempo determinato.

Il quadro Uci Cinemas ha formalizzato la decisione di chiudere, per fine locazione, tre sale multisala tra le quali Ferrara (le altre sono Alessandria e Milano Certosa) già alla fine di gennaio, aprendo la procedura di riorganizzazione di fronte a sindacati e Anec. Il contratto tra la catena internazionale e i proprietari della struttura, la società immobiliare Igd, è infatti in scadenza a giugno, e non è stato trovato un accordo per il rinnovo: la richiesta dei gestori era di una riduzione del canone non accolta dai proprietari. Facile però pensare che questa situazione sia venuta ad incasellarsi in un quadro strategico di riduzione della presenza di Uci Cinemas nel Nord Italia, vista appunto l’annunciata chiusura in contemporanea di altre due multisale.

Gli sviluppi Gli scenari in questi casi sono sempre multipli. C’è la possibilità che i proprietari colgano l’occasione per cambiare destinazione all’immobile, che con dieci grandi sale dotate di poltroncine e impianto audio professionale potrebbero essere appetibili, ad esempio, per un centro congressi, oppure per l’ampliamento di aule universitarie: Unife è tra l’altro già presente e deve decidere cosa fare nei prossimi anni con un’altra sua location, Fiera Ferrara.

La strada privilegiata però non sembrerebbe essere questa, che peraltro comporta ristrutturazioni e investimenti di una certa rilevanza. Questo perché la notizia dell’addio di Uci Cinemas ha subito sollevato interessamenti da varie parti. «Stiamo cercando di capire quali sono gli esatti termini della questione, soprattutto dal punto di vista contrattuale, ma certamente siamo interessati ad approfondire» dice ad esempio Erik Protti, che ha creato il gruppo di multisale Cinepark, partito a Comacchio nel 2004 e approdato successivamente a Cento (qui l’alleanza con Simona Salustro, attuale ad del gruppo), per rilevare infine anche la gestione delle quattro sale dell’Apollo. «Le dieci sale di Uci Cinemas sono sicuramente interessanti, è chiaro - l’analisi di Protti - trattarsi di una struttura dimensionata per le affluenze dell’era pre-Covid, alle quali ancora non siamo ritornati. La questione principale è senza dubbio quella dei costi, bisogna anzitutto capire le intenzioni dei proprietari».

Interlocuzioni ne saranno avviate, e probabilmente non solo dai ferraresi: vengono dati infatti alla finestra colossi come The Space, ex Medusa, presente ad esempio a Bologna, e il gruppo Notorius, con base più vicina Rovigo, e dato in espansione. «Come imprenditore non sono stato interessato al dossier Uci Ferrara - spiega Andrea Malucelli, modenese, gestore di diverse sale in regione e rappresentante di Anec Emilia Romagna - ma posso ipotizzare che una struttura come quella di Ferrara non resti vuota a lungo. Al di là di possibili interventi di sistemazione, probabilmente necessari dopo molti anni, che nel caso farebbero saltare la stagione estiva, una multisala come quella ha dimostrato di funzionare e di aver superato il Covid. Del resto le major americane stanno riprendendo a dire che i film devono passare al cinema, prima che sulle piattaforme».

I lavoratori In tutto questo stanno in attesa i dipendenti, dopo i primi incontri tra sindacati e proprietà che si sono svolti in un clima tutto sommato collaborativo. Una mano per chiarire il quadro potrebbe appunto arrivare da Palazzo Municipale, anche se al momento non sono arrivate conferme di convocazioni di commissioni, come richiesto dalle opposizioni.

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