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Ferrara, i Bravi ragazzi si dissociano: “Non siamo una cellula fascista”

Francesco Gazzuola
Ferrara, i Bravi ragazzi si dissociano: “Non siamo una cellula fascista”

Alcuni presenti alla cena: “Era una festa di compleanno, abbiamo bevuto. La cosa è stata ingigantita, nessun oltraggio alle forze dell’ordine”

16 febbraio 2024
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Ferrara Sono tante le voci che in questi ultimi giorni sono circolate sull’operazione "Bravi ragazzi", l’inchiesta con cui la Polizia di Stato e la Procura hanno messo sotto indagine un gruppo di ventiquattro giovani per presunta apologia al fascismo, propaganda e istigazione all’odio razziale, nonché vilipendio delle forze armate. Ma una voce, forse la più importante, ancora non si è sentita: quella dei diretti interessati. Venti maschi e quattro femmine, ragazzi dai 22 ai 32 anni incensurati che da un giorno all’altro si sono trovati sulla bocca dell’intera città e forse sentire il proprio nome associato a parole come nazifascismo e razzismo provoca un senso di repulsione anche agli stessi invischiati nella vicenda, come una macchia nera che sporca e quella tinta così buia si trasforma rapidamente da simbologia politica a calunnia, come se il "criminale" diventasse in un attimo vittima. La voce di alcuni ragazzi presenti alla cena del 22 dicembre dice proprio questo e parla di un ingigantimento della vicenda, confessandosi lontano da ogni forma di nazifascismo o fascismo. Storditi e confusi sono alcuni dei coinvolti nell’operazione, che magari hanno dovuto pagare per conto di altri compagni ma sicuramente non si sono incontrati al ristorante con scopi propagandistici. «Eravamo a cena per festeggiare un compleanno - afferma una persona coinvolta - e come ogni anno l’evento era a tema». Ecco subito spiegato, senza troppe congetture, perché i ragazzi erano mascherati con divise da poliziotto, uniformi a strisce da carcerato e tute arancioni come i detenuti di Guantanamo. Cori a stampo fascista o razzista e relativi agli attentati di Nassiriya e contro l’ispettore di polizia Filippo Raciti vengono fortemente negati e il duro sfogo è rivolto alle notizie circolate, dichiarate per la maggior parte false da coloro che sono stati accusati, in particolare il collegamento con gruppi strutturati di propaganda fascista. «È stata gonfiata la notizia di una cena dove alcuni ragazzi cantavano - spiega uno dei presenti quella sera -. Se poi in casa di altre persone hanno trovato del materiale inneggiante al fascismo è un’altra questione». Qualcuno dei partecipanti alla festa di compleanno sicuramente è stato investito dal fatto più di quanto non ne fosse colpevole, ma rimane che gli agenti di polizia hanno trovato dalle perquisizioni cartoline e calendari inneggianti a Benito Mussolini. Saranno uno o più i responsabili (questo verrà decretato dalle indagini) ma quella cena ha fatto scattare l’operazione che ha coinvolto tutti i ventiquattro ragazzi ferraresi. «Sono stati mobilitati 80 agenti - racconta un partecipante - e me ne sono trovati 9 in casa alle 5.30 di mattina come se fossimo i Casamonica o un’organizzazione criminale. Siamo persone che dopo quello che è uscito sui mezzi di informazione vengono additate come membri di sette neofasciste quando invece nessuno ha mai partecipato a iniziative politiche di alcun tipo». L’unico "reato" che i giovani confessano di aver commesso è di «aver bevuto qualche bicchiere in più e alzato la voce, come fa qualsiasi altra persona a una festa di compleanno». Anche i conoscenti dei ragazzi e delle ragazze indagati stentano a credere all’accaduto e la domanda nasce spontanea: se la vicenda non è vera ed è stato ingigantita, perché sarebbero uscite tutte queste notizie? Perché gli altri clienti del locale si sono sentiti minacciati tanto da chiamare le forze dell’ordine? Perché è stato raccontato di cori inneggianti al Duce (che gli indagati negano) anche l’arrivo della Polizia? «Come si può pensare che un gruppo di ragazzi si comporti in questo modo e offenda le forze dell’ordine - domanda uno dei presenti alla cena -. Ci chiediamo anche noi perché siano state riportate queste notizie. Probabilmente hanno finalità propagandistiche e scopi politici». Una verità univoca che non metterà mai d’accordo tutti uscirà certamente nelle prossime settimane, quando gli inquirenti procederanno agli interrogatori dei ventiquattro ferraresi. Sarà allora che la Procura stabilirà se i bravi ragazzi del 22 dicembre possiedono veramente la presunta e discussa "anima nera".