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L’indagine

Ferrara, il braccio teso davanti alla polizia: informatico al lavoro sulle chat

Daniele Oppo
Ferrara, il braccio teso davanti alla polizia: informatico al lavoro sulle chat

La prossima settimana via agli interrogatori dei 24 "bravi ragazzi"

17 febbraio 2024
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Ferrara Una presa di distanza dopo l’altra, tutti cadono dal pero e non capiscono perché tanto clamore per una notte di baldoria, magari un po’ sopra le righe, ma non di certo una riunione di nostalgici del fascismo. Eppure, in quel gruppone che festeggiava un compleanno in un ristorante del centro di Ferrara, qualcuno, oltre a cantare i cori fascisti sentiti dai poliziotti, pare abbia anche sollevato il bracci per fare il saluto romano. E ora, dopo il polverone e l’indignazione per quanto accaduto sollevati dalla notizia delle perquisizioni a carico di 24 "bravi ragazzi" - sportivi anche di livello nel rugby, nella pallamano e nel mondo della palestra -, tra sorpresa, scuse, e dichiarazioni di estraneità totale da parte dei diretti interessati, emerge sempre un dato che magari avrà un peso importante e "salvifico" nell’ottica delle responsabilità penali, ma che fa crescere molti interrogativi: in molti, in troppi forse, professano ignoranza, affermano di non sapere nulla di Nassiria, nulla di Filippo Raciti o della povera Yara Gambirasio. E poi l’alcol era scorso a fiumi. Eppure cantavano e offendevano memorie e Memoria, quelle legate alla cronaca nera e quella legata alla storia, alla Shoah, con filastrocche su Hitler e Anne Frank, magari sentite e prese in prestito da qualche curva degli stadi. Magari sarà così per la maggior parte dei coinvolti, vista l’alternativa (apologia di fascismo, istigazione all’odio razziale, vilipendio delle forze armate, le ipotesi di reato) c’è forse da augurarselo. Però l’indagine sta proseguendo. Ieri il sostituto procuratore Ciro Alberto Savino, che coordina l’indagine, ha affidato l’incarico al consulente informatico Giuseppe Montagnola, che estrarrà dai, file e conversazioni dai quattro smartphone e dal computer posti sotto sequestro. L’obiettivo è capire se, almeno per qualcuno, sotto ci sia qualcosa di peggio di una cena trasformata in un festival indegno. Dalla settimana prossima via agli interrogatori. La Pallamano Ariosto rimarca che «nessuna atleta o tesserato della società era presente nel locale nel quale sono accaduti i deprecabili avvenimenti». «Condanniamo questi gesti, nella speranza non solo che non si ripetano più ma che rappresentino un monito universale per riaccendere la memoria collettiva», dice invece Confartigianato Ferrara.