La Nuova Ferrara

Ferrara

In tribunale

Ferrara, operaio morì cadendo dal balcone: la procura chiede una condanna

Daniele Oppo
Ferrara, operaio morì cadendo dal balcone: la procura chiede una condanna

Alle battute finali il processo per la morte sul lavoro del 59enne Giuseppe Fiore. Alla sbarra il titolare della coop Meeting Point che aveva l’appalto per i lavori

17 febbraio 2024
3 MINUTI DI LETTURA





Ferrara La procura di Ferrara ha chiesto la condanna a 8 mesi di reclusione a carico di Manuel Alleati, titolare della Meeting Point, cooperativa che aveva assunto i lavori di rifacimento di un bagno in un appartamento di via Oberdan, dove il 7 marzo del 2021 morì l’operaio Giuseppe Fiore, 59 anni. Alleati è imputato per omicidio colposo dovuto al mancato rispetto delle norme sulla sicurezza del lavoro. Il collega di Fiore, Geremia Corcione, aveva patteggiato 10 mesi: fu lui a contattare Fiore perché gli desse una mano per i lavori da eseguire nel fine settimana. Proprio questa circostanza è stata valorizzata dalla difesa di Alleati - sostenuta dagli avvocati Riccardo Caniato e Filippo Maggi - che hanno chiesto l’assoluzione per il loro assistito: non era a conoscenza della circostanza, che sarebbe stata fuori dal suo perimetro di controllo anche in quanto responsabile della sicurezza del cantiere.

Secondo quanto emerso nelle precedenti udienze, Fiore morì probabilmente per una effettiva mancanza a livello di sicurezza del cantiere, ovvero perché nel balcone al terzo piano della palazzina di via Oberdan sul quale stava lavorando non era stato installato un parapetto sufficientemente alto per impedirne la caduta. Una mancanza di appena di dieci centimetri che avrebbero però potuto evitare la consumazione di una tragedia. L’ispettore dello Uopsal aveva spiegato al tribunale - la giudice è Carlotta Franceschetti - che il montacarichi sul quale stava armeggiando Fiore si è staccato ed è caduto insieme all’operaio. Quel che non è chiaro - ma alla fine poco cambia - è se il macchinario si sia staccato autonomamente - gli ispettori avevano verificato che non era fissato in maniera idonea e sicura, ma solo a pressione tra due tavole di legno - o se Fiore abbia perso l’equilibrio e, cercando di aggrapparsi a qualcosa nelle fasi iniziali della caduta, lo abbia trascinato giù con sé.

A rilevare, ai fini del processo e dell’accertamento delle responsabilità, è che il piano di sicurezza per quel cantiere non prevedeva l’uso del montacarichi, per questo non vi era alcuna previsione di sicurezza al riguardo.Per via della presenza del macchinario nel cantiere, il piano di sicurezza avrebbe dovuto essere diverso, con la previsione di un parapetto alto almeno un metro, mentre ci si accontentò probabilmente della sola ringhiera del balcone, alta poco meno di 90 centimetri. Secondo la procura, in tutta evidenza, questa mancata previsione rimane comunque a carico di Alleati, in qualità di responsabile per la sicurezza del cantiere. Per la difesa, invece, quella situazione fu il frutto di una iniziativa dell’operaio Corcione - che ha già patteggiato una pena di 10 mesi per la sua parte di responsabilità - a lui sconosciuta e da lui non controllabile in quel frangente. Il tribunale ha aggiornato l’udienza al 19 marzo per eventuali repliche della pm Isabella Cavallari e delle difese e poi per la lettura del dispositivo della sentenza. La famiglia di Fiore è costituita parte civile tramite l’avvocato Marco Palestrina, che si è associato alla richiesta di condanna.