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San Biagio di Argenta, cresce la diga di legna sotto il ponte: «Servono interventi programmati»

San Biagio di Argenta, cresce la diga di legna sotto il ponte: «Servono interventi programmati»

Segnalazioni preoccupate di cittadini. FdI: «Caso noto da giorni»

17 febbraio 2024
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San Biagio Preoccupa sempre più la diga di legna che si è formata sotto il Ponte Bastia, che separa l’Argentano da Lavezzola. Si sperava che l’acqua potesse far fluire i tronchi, invece nel corso di questi giorni la situazione è peggiorata. A tal proposito, doveroso ricordato che ancora nel 2024 è stato rinnovato il permesso di raccolta legna dall’Agenzia regionale di Protezione civile. Basta inviare una richiesta online, unico limite 250 quintali a famiglia. Si tratta di un contributo importante per prevenire le alluvioni, dopo che per anni era vietato e solo la Protezione civile poteva occuparsene. L’uso può essere solo quello familiare e per farlo basterà inviare una comunicazione scritta alla sede competente dell’Ufficio territoriale dell’Agenzia regionale e per conoscenza al Comune interessato.

Della diga formatasi avevamo già scritto a inizio settimana, ora sul tema interviene il circolo argentano di Fratelli d’Italia: «Importanti criticità all’altezza del Ponte Bastia sul fiume Reno, tra San Biagio e Lavezzola, sono state evidenziate negli ultimi giorni da diversi cittadini». A tali segnalazioni fa eco il portavoce argentano Nicola Fanini che, dopo l’ispezione effettuata sul posto insieme a Tommaso Giacomoni, spiega come «Abbiamo effettuato un sopralluogo per verificare quella che è la situazione dell’accumulo di detriti all’altezza del Ponte Bastia. Lo scenario è evidentemente allarmante, con un tappo che si è andato a creare a causa del deposito di rami e rifiuti e che sta continuando ad aumentare per dimensioni e volume. A dire il vero già nelle scorse settimane ci eravamo recati sul posto constatando una condizione già preoccupante ma che, con le dovute misure, a nostro avviso si sarebbe potuta risolvere. Sappiamo che l’amministrazione comunale ha contattato gli enti a vario titolo competenti e, in questo caso, chiamati a intervenire in tale zona, ciò fa ben sperare, ma al tempo stesso fa sorgere qualche altro dubbio. Anzitutto sulle tempistiche: considerando che questa situazione si protrae già da settimane, quando l’amministrazione ha proceduto a segnalare agli enti competenti il problema considerato che un intervento tempestivo avrebbe potuto portare a una migliore e più celere soluzione? Altra perplessità riguarda il caso in cui gli enti preposti continuino a non intervenire, facendo progredire lo stato di incuria e accumulo in cui ci troviamo con possibili conseguenze gravose anche sul ponte stesso: come l’amministrazione o, meglio, dire le amministrazioni locali, intendono intervenire? Non è poi sufficiente dire che si è proceduto ad avvertire chi di dovere, ma occorre rendere note le risposte ricevute e che il sindaco rassicuri la popolazione, giustamente preoccupata. È chiaro che, in ogni caso, tutto ciò non può rappresentare la soluzione definitiva al problema: serve una periodica programmazione di interventi di pulizia fiumi a opera della Regione».

E Fanini fa riferimento anche alla recente autorizzazione alla raccolta a uso: «Tale benestare da parte dell’ente regionale rappresenta senza alcun dubbio una nota positiva. È chiaro a tutti però che ciò non può trovare applicazione nel caso del Ponte Bastia, dove i depositi di legname misto rifiuti sono posizionati in modo tale da rappresentare un pericolo per chiunque intenda avventurarsi cercando di raccogliere tronchi e rami. Qui serve un intervento più grosso». 

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