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Ferrara, Balboni (FdI) fa il “salto di qualità”: «Perego capo dell’opposizione»

Stefano Ciervo
Ferrara, Balboni (FdI) fa il “salto di qualità”: «Perego capo dell’opposizione»

Attacco frontale del senatore al vescovo dopo le accuse sul caso migranti

20 febbraio 2024
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Ferrara Che la campagna elettorale di quest’anno in città fosse destinata a surriscaldarsi come in poche occasioni in passato, era pronostico di molti. Difficilmente immaginabile, però, quanto sta succedendo in questi giorni tra soggetti che tra l’altro non sono coinvolti direttamente nella corsa a sindaco, come il senatore Alberto Balboni, e l’intero FdI ferrarese, da una parte; e l’arcivescovo Gian Carlo Perego dall’altra. Al centro c’è ormai da qualche giorno la vicenda dei finanziamenti all’ong Mediterranea, sulla quale l’arcivescovo aveva accusato il senatore di dichiarazioni diffamatorie per i 20mila euro versati indirettamente da Migrantes attualmente presieduta da lui.

Salto di qualità

Ma ieri Balboni ha compiuto un oggettivo "salto di qualità" nella polemica, portandola sul piano strettamente politico: «Mi pare chiaro che Perego, che parla come il vero capo dell’opposizione, più che come pastore di anime, è contrario al respingimento dei migranti, anche di quelli pericolosi, è contrario ai Cpr in Italia e anche in Albania, è contrario all’accordo Ue-Tunisia... insomma è contrario a tutto ciò che non sia accoglienza indiscriminata, fingendo di non sapere che solo dall’Africa ci sono 800 milioni di persone pronte a partire. Cosa facciamo? Le prendiamo tutte?». E poi ancora, sempre nella stessa nota: «I soldi spesi per l’accoglienza dei migranti in Albania sono spesi bene, se ne faccia una ragione anche il capo dell’opposizione Perego». Insomma, al di là della materia specifica del contendere, si è sviluppata un’inedita contrapposizione tra la rappresentanza parlamentare ferrarese del partito di maggioranza relativa al governo, e il vescovo nonché alto rappresentante della Cei, della quale Migrantes è diretta espressione. Lo dimostra anche la presa di posizione, quasi in contemporanea, dell’altro parlamentare ferrarese di Fratelli d’Italia, Mauro Malaguti, in tono comunque più dialogante: «Il senso di accoglienza del vescovo Perego è fuori dalla realtà, perché solo in Africa ci sono 800 milioni di potenziali migranti economici - ha scritto il deputato - Probabilmente un ministro della Chiesa è chiamato a rispondere principalmente delle questioni spirituali dei propri fedeli, ma un ministro del Governo è chiamato sempre ad affrontare i problemi reali della gente».

Precedenti?

Non si ricordano precedenti recenti di questo tipo, in città. Le scintille volate tra il sindaco Alan Fabbri e lo stesso Perego, anche di recente, su residenzialità storica nelle case popolari e discriminazioni, sembrano quasi carezze al confronto delle attuali accuse incrociate. In passato si ricordano certo le urla di Ruggero Bovelli all’indirizzo delle autorità fasciste dopo l’eccidio del Castello, per rimuovere le salme; il duro attacco alla città e allo smarrimento delle radici cristiane lanciato al suo addio diretto a Bologna da Carlo Caffarra; e lo scontro sul sagrato del duomo da Luigi Negri e l’amministrazione Tagliani, per via della movida giovanile.

Sviluppi e conseguenze

Bisogna vedere come l’attuale contrapposizione frontale possa essere presa dall’elettorato cattolico della città, già disorientato dagli affondi di Fabbri, e ancora incerto nel valutare la fresca presa di posizione del vescovo di Reggio, nonché presidente regionale della Cei, sulla incompatibilità tra candidature alle amministrative e qualsiasi attività di parrocchia. L’idea di un "rafforzo" nazionale alla battaglia del sindaco per indurre Perego a restare fuori dai temi ad alta sensibilità politica può condurre a polarizzare ancor di più gli umori in campagna elettorale. Un’altra lettura, però, ha addentellati nazionali. Perego è di fatto la voce dei vescovi sulle vicende dei migranti, sui quali la posizione della stessa Santa sede è divergente rispetto a quella di Governo e maggioranza. Il senatore ferrarese, a questo punto, può puntare a costituire il contrappunto di FdI a livello nazionale, partendo proprio dai risultati sul fronte profughi rivendicati dal governo. E Ferrara è solo un campo di battaglia.