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Ferrara, le scarpe di Gavoci volano a Hollywood

Marcello Pulidori
Ferrara, le scarpe di Gavoci volano a Hollywood

Il calzolaio ferrarese tiene alta la bandiera del Made in Italy e tifa Spal, tra i clienti anche Marco Borriello

20 febbraio 2024
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Ferrara Impara l’arte e mettila da parte. Giovanni Gavoci, 54 anni, nato a Scutari in Albania, ha fatto di questo motto la propria filosofia di vita. Entrato per la prima volta nel 1969 nel laboratorio del nonno, oggi è uno dei più richiesti artigiani calzaturieri d’Italia ma c’è chi, tra gli addetti ai lavori, non ha dubbi nell’inserire il nome di Gavoci addirittura tra i primi 30 artigiani delle scarpe a livello mondiale. Anche se lui ama ancora definirsi "un calzolaio" e quello che lo contraddistingue è una disarmante semplicità, principale tratto del suo carattere, le scarpe (per la stragrande maggioranza da uomo) di Gavoci sono ideate e realizzate qui in via Caldirolo e il portafoglio clienti che generano è di assoluto valore. D’altronde un paio di scarpe di fascia media qui costa dai 3mila euro in su. E qui il valore economico non è affatto trascurabile. Scucirgli un nome è un’impresa biblica, ma ormai le voci (da più parti confermate) girano e la raccontano lunga, molto più lunga di quanto Gavoci voglia raccontarla. È un poco come mettere il genio nella lampada. Giovanni Gavoci è l’uomo che fa le scarpe per molti divi di Hollywood e soltanto la sua cautela, spesso finanche eccessiva, non gli "permette" di svelare i nomi. Che sono quelli di alcuni tra gli attori statunitensi più noti e celebrati. Ma lui intanto fa finta di niente e fa spallucce: «Beh, quando penso che sono partito da un negozietto piccolo piccolo di Piazza Sacrati quasi non credo a ciò che ho fatto - ci racconta nel suo laboratorio di via Caldirolo - Sono arrivato dall’Albania nel 2002 e Ferrara mi ha subito accolto alla grande. Ero partito come calzolaio nel senso più stretto del termine, facevo riparazioni. Mio nonno, dal 1969 quando sono nato, mi ha insegnato i segreti di questo mestiere meraviglioso che ancora è la mia vita. A un certo punto - racconta Gavoci - ho pensato che oltre a ripararle le scarpe le potevo anche realizzare, e così siamo partiti. Con mia moglie Vera e poi con mio figlio Julian mi sono rimboccato le maniche, come si dice, e ho iniziato piano piano, prima con un laboratorio qui di fianco alla Cna, in via Caldirolo, poi con un laboratorio più grande, e poi con uno più grande ancora che è l’attuale». L’arte di Giovanni Gavoci è una miscela di antico, moderno, tradizione, sviluppo, ricerca dei materiali migliori con l’obiettivo sempre centrale di realizzare scarpe non solo fatte a mano ma di altissima caratura quanto a materie prime selezionate. Se la base delle scarpe Gavoci è quasi sempre in cuoio, la tomaia ha una straordinaria varietà di pellami. «Il vitello resta il materiale più utilizzato e anche più richiesto - racconta ancora Giovanni - ma negli anni, anche a seguito di molte domande che ci sono arrivate, ci siamo specializzati, sempre rigorosamente come laboratorio artigiano, nella confezione di scarpe in coccodrillo, squalo, pitone, elefante, e addirittura in pelle di anguilla. Ormai i procedimenti di concia delle pelli sono talmente evoluti che consentono un ottimo e sicuro utilizzo di pelli di eccellente qualità». Ma chi ordina una scarpa di squalo? «C’è un grandissimo imprenditore giapponese che vuole soltanto quelle», si lascia scappare Gavoci. «Ci sono regole non scritte ma che fanno parte del mio patrimonio genetico: mi hanno insegnato a parlare poco e a lavorare tanto, e forse questa forma mentale mi è rimasta cucita addosso come le tomaie alle mie scarpe. Così non mi piace dire che tra i miei clienti ci sono anche personaggi molto famosi, ma è la verità. Lasciatemi questa mia forma di timidezza». Una timidezza che Gavoci non traspone sul mercato visto che le sue scarpe partono da via Caldirolo per arrivare negli Stati Uniti, Giappone, Russia e ultimamente Australia. Nel 2012 l’Accademia dei Maestri Artigiani di Arti e Mestieri di Ferrara ha conferito a Giovanni Gavoci il titolo di "maestro artigiano", un prestigioso riconoscimento che ha l’obiettivo di valorizzare l’esperienza e la maestria di chi si è saputo distinguere nell’ambito della propria attività. «Oggi - racconta ancora - posso affermare che la passione, il talento, la competenza nelle tecniche di lavorazione e nella scelta dei materiali sono le caratteristiche che contraddistinguono il nostro marchio e ci permettono di conseguire risultati di eccellenza mondiale conquistando così la fiducia e la soddisfazione dei clienti». Gavoci è un uomo di poche parole e l’emozione dei ricordi sembra stringere la strada anche a quelle poche che si lascia scappare: «Voi volete i nomi? Allora diciamo che, qui a Ferrara, nel periodo in cui ha giocato nella Spal, uno dei miei clienti più affezionati è stato Marco Borriello, che di tanto in tanto passa ancora a trovarmi. Un bravo ragazzo e un bravo giocatore che qui alla Spal non ha trovato la condizione migliore. Ma mi conforta il fatto che un pezzetto di Ferrara, vale a dire le mie scarpe, gli è rimasto cucito addosso».