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Il caso

Molestie all’asilo, i piccoli ora sono in cura a Bologna

Annarita Bova
Molestie all’asilo, i piccoli ora sono in cura a Bologna

«Grazie ai medici, alle forze dell’ordine e agli inquirenti per quello che fanno»

25 febbraio 2024
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Ferrara Le conseguenze psicologiche del maltrattamento infantile sono complesse, di entità differente in ciascun caso, e variano in relazione all’età del bambino, alla tipologia, alla durata, alla gravità degli episodi di abuso e al tipo di supporto che riceve dalle figure di riferimento. «Da genitori ci siamo resi conto di non essere assolutamente in grado di gestire una cosa così grande - spiegano le mamme e i papà dei bambini che avrebbero subito abusi di tipo sessuale all’interno dell’asilo -. Ci siamo quindi affidati a psicologi e personale specializzato. Ci sentiamo dire, e questa è l’ennesima falla nel sistema, che in tutta l’Emilia Romagna sono più o meno dieci le persone che possono intervenire in simili situazioni. Noi siamo stati indirizzati a Bologna e ci stiamo trovando molto bene. Anche se questo comporta viaggi, spostamenti e organizzazioni varie». Restando molto in superficie, «ci è stato spiegato che le esperienze di maltrattamento infantile interferiscono sullo sviluppo positivo del bambino, compromettendone vari aspetti come la socialità, l’interazione con i pari e con gli adulti. Ma la cosa che ci ha fatto più male è arrivare a capire che se non seguiti nel modo giusto, se lasciati soli potrebbero a loro volta arrivare a mettere in atto comportamenti simili a quelli subiti». E, ancora, «noi siamo ignoranti in materia e anche molto arrabbiati. Quel ragazzo ha dei problemi, è evidente e il fatto che nessuno si sia accorto o abbia voluto accorgersene è di una gravità inaudita. In qualche modo anche lui va salvato, va aiutato per quanto debba rispondere di quello che ha fatto anche davanti alla legge. Mentre invece chi è responsabile di tutto questo deve pagare». Con l’aiuto dei medici «i bambini, essendo anche molto piccoli, arriveranno ad elaborare e a superare ma la nostra lotta sarà costante: i responsabili dell’asilo dovranno dare risposte. In quel posto lasciamo i nostri figli, la cosa più grande e importante che abbiamo. Non si ha la minima idea di come ci si possa sentire e di quello che si possa arrivare a provare».