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Il caso

Molestie in una materna in provincia di Ferrara: quattro famiglie denunciano

Annarita Bova
Molestie in una materna in provincia di Ferrara: quattro famiglie denunciano

L’inchiesta sul giovane arrestato per atti morbosi: il responsabile dell’asilo dice di non ricordare il tirocinante ma risulta che lo conosceva da molti anni

25 febbraio 2024
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Ferrara Sono quattro, al momento, le famiglie di piccoli che frequentano l’asilo in un comune dell’Unione Valli e Delizie che hanno denunciato abusi di tipo sessuale sui loro figli. Abusi che sarebbero avvenuti all’interno della struttura. «No, non sarebbero. Ma sono. Non usiamo il condizionale perché le telecamere hanno immortalato tutto: le immagini parlano e i carabinieri hanno arrestato quel ragazzo in flagranza di reato», ci tengono a sottolineare le mamme e i papà che si sono rivolti al nostro giornale. È passato quasi in mese da quando i militari hanno fatto irruzione («pensavamo fossero dei terroristi, ci sono piombati in aula», avevano detto le maestre) nella scuola dell’infanzia, bloccando e arrestando un ragazzo di 21 anni che, da maggio scorso, era stato chiamato come tirocinante dopo aver vinto il bando del Servizio civile indetto dal ministero. Sorpreso sul fatto, come hanno spiegato le forze dell’ordine in una nota. E quindi, anche senza entrare nel merito della vicenda, che esige comunque la massima tutela per i minori coinvolti, la mera cronaca è già più che sufficiente: qualcosa quel ragazzo in quel momento stava facendo. Un reato grave, visto che le manette sono scattate e lo stesso si trova ancora ai domiciliari. «Le nostre non erano "preoccupazioni di genitori ansiosi", come avevano tentato di dire. E per fortuna che le forze dell’ordine e gli inquirenti, che non smetteremo mai di ringraziare, ci hanno ascoltati e la macchina si è messa n moto. Non è facile, anzi. Quando i bambini sono così piccoli la strada è davvero in salita e solo la forza di un genitore può arrivare a spostare dei macigni».

Dito puntato

La scuola ha già nominato un avvocato. Il ragazzo non era abilitato e autorizzato a stare da solo con i bambini, in nessun caso e in nessun momento della giornata. Soprattutto non avrebbe potuto cambiarli o accompagnarli in bagno. Lo ha fatto? La risposta è (anche) nei filmati. Ore ed ore di lavoro, di immagini, di intercettazioni ambientali. Le maestre hanno incontrato i genitori, hanno detto loro di non aver mai perso di vista il 21enne. Si fidavano di lui, lo conoscono da anni perché nato e cresciuto in paese, in un certo ambiente della piccola comunità. Eppure il responsabile della scuola, a nostra precisa domanda, ha detto di non averlo mai visto. «Ecco. Parliamone. Perché il responsabile dell’asilo in cui i nostri figli sono stati molestati non è mai venuto agli incontri con i genitori? Quello che era presente è persona diversa da chi dovrebbe stare invece seduto faccia a faccia con noi», vanno avanti le famiglie. E in effetti, visure alla mano, il nome che spicca nero su bianco sui documenti non è quello di colui che ha affrontato i genitori in queste settimane. «Perché il responsabile è stato trasferito in altro centro e non si è preso la briga di presentarsi almeno a spiegare su che basi è stato scelto quel ragazzo per fare il servizio civile proprio da noi? Lui, che lo conosce bene, perché lo ha visto crescere e conosce il suo percorso».

I bambini

I genitori che hanno denunciato sono quelli di quattro bambini. Le indagini vanno avanti in più direzioni ed anche altre famiglie avrebbero iniziato un percorso molto duro e delicato per arrivare a capire come muoversi. Qualcuno sarà chiamato direttamente dagli inquirenti anche in base agli elementi raccolti, altri parlano di "comportamenti anomali" da parte dei loro figli che alla luce di quanto accaduto devono essere approfonditi e sarebbe già stato chiesto l’aiuto degli esperti. Intanto, il 21enne resta ai domiciliari, non è dato sapere dove. Anche la sua storia personale sarebbe difficile e racconterebbe di un’infanzia e di un’adolescenza con grosse problematiche. Il giovane lo scorso anno ha fatto domanda per il Servizio civile volontario, indicando proprio quella struttura (che evidentemente aveva dato disponibilità) tra le sedi scelte e ha poi vinto il bando. «Ci piacerebbe anche capire, ma questo lo chiederemo ai responsabili del ministero, quali tipi di controlli sono stati effettuati e se qualcuno ha garantito per lui - fanno presente i genitori -. Il fatto che una persona senza alcuna qualifica, senza alcuna abilitazione, senza alcun diploma e con una storia non facile alle spalle, sia stata messa a stretto contatto con dei bambini così piccoli lascia a dir poco senza parole. E noi non molleremo, vogliamo e dobbiamo capire fino in fondo perché le nostre vite, se qualcuno ancora non lo avesse capito, sono segnate per sempre».