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Ispezioni sul lavoro, a Ferrara aumenteranno

Stefano Ciervo
Ispezioni sul lavoro, a Ferrara aumenteranno

Infortuni in cantieri e fabbriche, si agirà su segnalazioni non in maniera capillare

26 febbraio 2024
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Ferrara I controlli sulla sicurezza in cantieri e laboratori da parte dell’Ispettorato del lavoro aumenteranno, almeno del 30% quest’anno, grazie all’incremento dell’organico già avvenuto e ai rinforzi in programma. Ma non bisogna pensare ad una campagna di verifiche a tappeto in grado di incidere in profondità sulle inadempienze e trascuratezze causa di tanti incidenti sul lavoro, in un territorio che come hanno denunciato i sindacati le aziende corrono il "rischio" di un’ispezione in media ogni 14 anni. A pochi giorni dalla tragedia di Firenze che ha mobilitato anche i lavoratori ferraresi, da via Garibaldi arrivano parziali rassicurazioni ma anche una professione di realismo, «purtroppo con questo organico non siamo in grado di effettuare controlli capillari, attività istruttoria in settori come edilizia e metalmeccanico, ma di agire se ci sono segnalazioni». A tracciare questo quadro è Fabio Vernaglione, direttore dallo scorso luglio dell’Ispettorato del lavoro di Ravenna-Ferrara, che aggiunge qualche considerazione dal retrogusto amaro: «Le sanzioni servono e noi le applichiamo, ma il problema di fondo è la mancanza di cultura di sicurezza non solo tra i lavoratori, ma anche tra gli imprenditori, che spesso corrono rischi per non voler applicare loro stessi le disposizioni. È quindi fondamentale fare formazione e diffondere appunto questa cultura».

La situazione

Con l’arrivo l’estate scorsa di quattro nuovi ispettori tecnici, titolari dei controlli esclusivi sulla sicurezza, è stato possibile riattivare le squadre di controllo aziendale composte da uno di loro e almeno da un ispettore ordinario, che si occupa invece di regolarità delle posizioni lavorative. Con qualche limite: «I nuovi arrivi sono molto giovani e devono fare un po’ di esperienza, nel loro lavoro si trovano a dover decidere se chiudere o meno un’azienda in caso d’irregolarità e non sono decisioni facili. Gli ispettori ordinari in organico sono nove, di cui una esonerata dai controlli - sottolinea Vernaglione - ma qui l’organico può cambiare rapidamente per via della "concorrenza" tra enti pubblici: abbiamo infatti perso un paio d’ispettori che hanno scelto trasferimenti all’interno dell’amministrazione pubblica, per via delle condizioni economiche migliori». Inoltre ci sono specializzazioni non coperte, ad esempio per le radiazioni jonizzanti, tipiche dei contesti lavorativi sanitario-ospedalieri, per i quali arrivano rinforzi alla bisogna da Rovigo. In ogni caso a Ferrara contano anche su «previsti aumenti degli organici nel corso dell’anno, si stanno facendo parecchie assunzioni» è sempre il direttore a renderlo noto.

Numeri e casi

Il bilancio 2023 per quanto riguarda i controlli è ancora in fase di validazione, tra l’altro la fresca aggregazione con Ravenna complica le cose dal punto di vista statistico. «Si può dire che le ispezioni nel Ferrarese sono state poco meno di un migliaio e che hanno prodotto centinaia di migliaia di euro in sanzioni, in gran parte per infrazioni minori - è la sintesi di Vernaglione - Le irregolarità che abbiamo incontrato con maggiore frequenza sono omissioni come la mancanza del Durc, questioni che riguardano rischi generici. Sul cantiere o in laboratorio si trova magari il nipote del titolare con l’amico che svolgono attività in nero, oppure lavoratori che si trovano costretti a restituire sotto banco parte della retribuzione: in quest’ultimo caso, che integra il reato di estorsione, siamo spesso di fronte a caporalato, un fenomeno diffuso in maniera importante nel Ferrarese, in agricoltura ma anche in altri settori». In una sola occasione, negli ultimi mesi, gli ispettori si sono trovati di fronte a violazioni di portata tale da minacciare la sicurezza dei lavoratori, «si trattava di un cantiere e lì eravamo pronti ad intervenire in maniera pesante, ma i responsabili sono letteralmente spariti prima che potessimo prendere provvedimenti. Il problema in questi casi è evitare che possano ricominciare con gli stessi metodi in qualche altra parte del Paese, per questo è fondamentale il ruolo delle banche dati» conclude Vernaglione.