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L’iniziativa

Ferrara, studenti in prefettura dopo i cori fascisti: «Perché non capiti più»

Ferrara, studenti in prefettura dopo i cori fascisti: «Perché non capiti più»

L’incontro con i rappresentanti degli studenti delle scuole superiori e dell’università

28 febbraio 2024
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Ferrara «I membri presenti al tavolo, durante la discussione hanno congiuntamente e fermamente condannato i fatti accaduti, i comportamenti e le espressioni adottate. Rimarcando la necessità di mettere in campo percorsi formativi in scuole ed università che educhino al rispetto, alla conoscenza storica e alla consapevolezza». Lo hanno voluto mettere a verbale affinché una cena come quella avvenuta il 22 dicembre non capiti mai più. E i firmatari hanno sancito il documento in prefettura, non in un luogo qualsiasi ma nella massima espressione dello Stato a Ferrara. La serata con cori fascisti in un ristorante a ridosso del ghetto continua a imporre riflessioni e prese di posizione. Ci sono stati inizialmente 24 indagati tra i "Bravi ragazzi", il nome dato dagli investigatori all’inchiesta guidata dalla procura di Ferrara ed eseguita dai vari reparti della questura. E altri arriveranno grazie all’analisi delle chat e dei dispositivi mobili sequestrati. Al vaglio, come raccontato, c’è la posizione di due atleti della Fiamme Oro, il gruppo sportivo della Polizia di Stato e intanto si tenta di fare prevenzione affinché canti sui morti di Nassiriya e su Filippo Raciti non si verifichino più. Ieri il Prefetto Massimo Marchesiello ha incontrato, alla presenza del neo dirigente scolastico provinciale Giuseppe Foti, una rappresentanza della Consulta provinciale degli studenti degli istituti superiori e del Consiglio degli studenti universitari per un momento di riflessione sui valori costituzionali di democrazia e di rispetto della persona, in antitesi a quelli di dittatura e violenza. «L’incontro - spiega la prefettura in una nota - quale momento di confronto tra istituzioni e mondo scolastico per capire dalla viva voce dei ragazzi come essi concepiscono detti valori nella pratica quotidiana, e non solo quindi con richiamo alle vicende storico-politiche approfondite sui banchi di scuola, fa seguito al recente fatto di cronaca che vede 24 soggetti, molti di questi anche minorenni, indagati per apologia di fascismo, istigazione all’odio razziale, minacce e vilipendio delle Forze Armate». Nel corso del confronto i ragazzi hanno evidenziato come in determinate situazioni vissute nelle aule scolastiche il concetto di rispetto della persona sia percepito da taluni come un valore di debolezza, in contrapposizione, invece, ad atteggiamenti di prevaricazione e violenza, ritenuti più funzionali "per affermare la leadership nel gruppo e spesso assunti quasi senza una precisa consapevolezza del loro disvalore sociale". A questo riguardo è stato sottolineato come nel Ferrarese siano attivi da anni due importanti "protocolli" per contrastare fenomeni di bullismo, violenza di genere e devianza giovanile.