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Il caso

Berra, i carabinieri lo devono arrestare. I parenti li attaccano per difenderlo

Berra, i carabinieri lo devono arrestare. I parenti li attaccano per difenderlo

Militari usano lo spray urticante per porre fine alla colluttazione

02 marzo 2024
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Berra Cercavano il mitra M12 e le 170 munizioni rubate ai colleghi di Argenta e ancora mancante, hanno trovato invece un 23enne che doveva essere arrestato e che ha dato più di un grattacapo.

Quello di venerdì è stato un pomeriggio movimentato per una pattuglia dei carabinieri di Berra. Nel corso di un servizio di controllo i militari hanno fermato un’automobile sulla quale viaggiavano due uomini, due fratelli rom residenti in zona ma risultati privi di documenti. L’auto è stata ispezionata senza che vi fosse dentro nulla di sospetto, ma i carabinieri hanno deciso di scortare i due uomini fino alla loro dimora, così che potessero recuperare i documenti d’identità. Nel corso di questo controllo è emerso che uno di loro, il 23enne, era destinatario di un ordine di carcerazione a 2 anni e 2 mesi emesso dalla procura di Genova per dei furti in abitazione. Da qui in poi sono iniziati i problemi. Il 23enne ha tentato la fuga scappando per un vicino campo, ma poi pare si sia fermato per la stanchezza ed è stato ripreso dai carabinieri e riportato a casa. Qui però alcuni parenti, compreso il fratello, hanno iniziato a prendere a calci e pugni i due militari, che per porre fine alla colluttazione e avere la meglio hanno dovuto ricorrere allo spray urticante. Il 23enne è stato infine arrestato (ieri la convalida del giudice) anche per resistenza a pubblico ufficiale e lesioni.

Suo fratello, che era fuggito, è stato rintracciato qualche ora dopo ad Adria, costretto a recarsi in ospedale per via degli effetti provocato dallo spray urticante. 

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