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L’episodio

Ferrara, non erano ovuli ma bacche

Daniele Oppo
Ferrara, non erano ovuli ma bacche

Allarme scattato per una possibile "body packer" cinese ricoverata al pronto soccorso. Poi dall’analisi del contenuto estratto dai sanitari tutto è rientrato e si è ridimensionato

05 marzo 2024
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Ferrara Alla fine si è scoperto che non erano ovuli, come era effettivamente apparso inizialmente, bensì un grande quantitativo di bacche, ingerite da una paziente cinese, che poi ha avuto evidenti problemi di stomaco, tanto da necessitare un ricovero all’ospedale Sant’Anna di Cona. Assume una dimensione decisamente diversa rispetto a come conosciuta e raccontata ieri, la vicenda della persona - una donna di nazionalità cinese - presentatasi al pronto soccorso di Cona, lamentando forti dolori all’addome. Inizialmente si era pensato che fosse una gastrite in fase acuta e per questo la donna è stata sottoposta a una serie di accertamenti diagnostici, indispensabili per fare chiarezza sulla patologia in atto che stava creando fastidi molto pesanti. Dagli accertamenti sembrava inizialmente fosse emersa una "verità alternativa": altro che malessere di tipo sanitario, la paziente aveva in corpo degli ovuli e quindi si era davanti a una "body packer", una trasportatrice di sostanze stupefacenti, peraltro molto particolare, perché non sembra essere una modalità di trasporto usata dalla criminalità cinese in Italia. L’ipotesi secondaria era divenuta quella o di un’ostruzione determinata dalla presenza degli ovuli, oppure che uno di essi avesse ceduto e la donna stesse iniziando a subire i gravi effetti che genera una simile eventualità. Così si è attivata tutta la macchina dei soccorsi dell’ospedale di Cona che ha dovuto procedere inizialmente con la lavanda gastrica e alla contemporanea segnalazione alle forze dell’ordine del sospetto ritrovamento di ovuli di droga. Gli investigatori sono quindi subito intervenuti per avere contezza della situazione ed eventuale fare gli accertamenti del caso, a partire dalle verifiche sulla sostanza psicotropa ingerita. Della vicenda è stata informata anche la procura, in modo da poter poi eventualmente procedere agli approfondimenti, non senza una discreta dose mista di curiosità e allarme vista la provenienza di quella che, in quel momento, appariva una trasportatrice di stupefacenti che segnalava un potenziale nuovo canale di approvvigionamento della droga in città. Per fortuna non era niente di tutto ciò. Le analisi successive hanno evidenziato che gli ovuli che aveva nell’apparato digerente erano solo delle bacche. Per nulla stupefacenti.