Ferrara, uomo violento a processo. Le diceva: «Devi dire: sì, padrone»
Maltrattamenti anche davanti ai figli, lei sarà parte civile
Ferrara Un uomo di 44 anni è accusato di aver maltrattato per anni la compagna, una donna di 39 anni, e di averla più volte umiliata, derisa, picchiata, al punto da provocarle lesioni e perfino la perdita di alcuni denti. Il tutto anche davanti ai tre figli minori. All’uomo, che è assistito in giudizio dagli avvocati Gian Luigi Pieraccini e Francesco Mantovani, è contestata anche una recidiva qualificata, reiterata e specifica infraquinquennale. Ieri sono stati ammessi i mezzi di prova e la donna si è costituita parte civile, assistita dall’avvocato Giampaolo Remondi, e poi l’udienza è stata aggiornata al 20 giugno.
I fatti si sono svolti in provincia, le indagini sono state condotte dai carabinieri, coordinati dalla pm Barbara Cavallo, che ha poi chiesto il giudizio immediato.
Secondo la ricostruzione accusatoria, negli anni di convivenza - dal 2019 e fino al mese di luglio 2023, quando l’uomo è stato allontanato dalla casa familiare - il 44enne ha sottoposto la compagna a maltrattamenti abituali, minacciandola, offendendola, picchiandola, insultandola. Anni di terrore in casa, in cui la 39enne - è l’accusa - ha vissuto in una condizione di sottomissione, impossibilitata a manifestare volontà contrarie a quella dell’imputato. Ad esempio, non essendo economicamente dipendente, per ottenere del denaro doveva rivolgersi all’uomo rispondendo alle sue richiesta con «sì, padrone». Poi la violenza fisica. Nell’imputazione sono indicati alcuni episodi di aggressione, sfociati in lesioni (che è il secondo reato per il quale il 44enne è imputato) non denunciate al tempo. Nel febbraio 2022, ad esempio, la donna subì la distorsione di un dito della mano sinistra, giudicato guaribile in 15 giorni dai sanitari dell’ospedale di Cona. Ad aprile con un calcio in faccia le provocò un trauma cranico e sanguinamento dalle labbra, anche questi medicati a Cona. A novembre le provocò l’avulsione di due denti, con la beffa della presa in giro: le diceva di andare a prostituirsi per sistemarli. A giugno dell’anno scorso la prese a schiaffi e le tirò i capelli e le sbatté la testa al muro per aver “sbagliato” la torta di compleanno per un figlio. A luglio le diede un pugno in faccia perché si era lamentata, facendole cadere due denti, e anche questa volta invitandola a prostituirsi per poterli curare. Tra settembre e ottobre la minacciò di morte e la picchiò provocandole lesioni al capo e mordendole un dito, intimandole di andare via di casa, facendosi anche aiutare da terzi (non identificati) nella distruzione di suppellettili e anche per portarle via l’auto.