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Monticelli, la rabbia dei pescatori: «Troppi abusivi, è ora di fermarli»

Lorenzo Gatti
Monticelli, la rabbia dei pescatori: «Troppi abusivi, è ora di fermarli»

Chi lavora sul Po chiede misure esemplari contro chi delinque

13 marzo 2024
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Monticelli È forte il malessere dei pescatori delle acque interne del Mesolano, coloro che vivono di quello che pescano quotidianamente nel Po, regolarizzati in tutto, dai permessi alle tutele lavorative, che sono costretti a convivere e a competere con la pesca sregolata di altri pescatori. Il bicchiere è colmo ed i pescatori mesolani si sono già rivolti alle autorità competenti. Sentiamoli. «Non siamo tutelati come pescatori - dicono - di fronte alla pesca abusiva e fuori dalle regole di altri pescatori che operano nel Po e a cui è stata rilasciata la licenza di pesca ma che adottano sistemi irregolari. Intanto non rispettano il divieto di pesca con le reti previsto dal tramonto all’alba, il calendario di pesca e la lunghezza delle stesse reti, pescano nelle aree golenali anche con l’acqua alta quando è vietato, usano metodi illegali come la corrente elettrica che è devastante per la fauna ittica, anche per quella che non prelevano, percorrono senza permesso strade arginali per le quali servirebbero delle autorizzazioni che invece noi abbiamo e per farlo spostano le transenne ed infine non trasportano il pesce in camion frigo che noi siamo giustamente obbligati ad usare per motivi igienico-sanitari».È proprio la violazione delle leggi a cui invece loro sono sottoposti in modo ferreo che causa la loro rabbia. «Invece - continuano -, noi siamo costretti a pagare la partita Iva, Camera di Commercio, Inail, Inps, il commercialista, i permessi di pesca e di transito su strade interdette alla circolazione ordinaria, le costose revisioni dei camion frigo e l’iscrizione all’Asl per motivi igienico-sanitari. Noi operiamo in piena regola come è giusto che sia ma altri non lo fanno. Chiediamo che la pesca sia disciplinata diversamente penalizzando chi non rispetta le regole e non rilasciando licenze con facilità e che si metta un freno a quella illegale che sta causando anche un danno ambientale dato che la fauna ittica sta scomparendo. Per questo ci siamo rivolti alla polizia provinciale, ai carabinieri, ai forestali, affinché ci siano servizi notturni contro questi pescatori, diversamente tutto sarebbe inutile ma anche al presidente della Provincia e sindaco di Mesola, Padovani. Ci aspettiamo dalle autorità una risposta, rispetto per la nostra categoria ed umanità». Infatt,i ci sono già stati due incontri con lo stesso presidente Gianni Michele Padovani, il primo in Provincia e il secondo nel municipio di Mesola. Ecco cosa ci dice: «Le loro lamentele sono motivate e mi hanno espresso le loro preoccupazioni perché la pesca è il lavoro di cui vivono - spiega Padovani nel duplice ruolo di presidente e sindaco di Mesola - e ci siamo incontrati prima a Ferrara poi a Mesola. Dopo il primo incontro ho attivato la Polizia provinciale che ha intensificato i controlli e i pescatori mi avevano riferito che la situazione era migliorata, ma poi ci siamo rivisti a Mesola, mi hanno riportato il ritorno alla situazione precedente e ho allertato anche i carabinieri. Hanno la mia solidarietà e sono al loro fianco, sono disponibile per qualsiasi segnalazione», ha concluso il presidente della Provincia. Lorenzo Gatti