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Ferrara, ladri entrano in casa vestiti da poliziotti: “Una scena da film”

Stefano Ciervo
Ferrara, ladri entrano in casa vestiti da poliziotti: “Una scena da film”

Il racconto dell’ex presidente della Provincia: «In divisa, mi chiedevano della cassaforte, hanno fatto razzia»

18 marzo 2024
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Ferrara «Una scena da film, ma dopo averlo vissuto sono due notti che non dormo». Mantiene la sua proverbiale autoironia e l’aplomb che da sempre lo contraddistingue, Giorgio Dall’Acqua, quando comincia a raccontare quanto gli è successo appena 48 ore prima: i ladri in casa che non solo non fuggono quando lui arriva, ma interagiscono, giocano sul travestimento da poliziotti, svaligiano casa e decidono che è il momento di andarsene solo quando arriva anche la moglie, non prima di averle sfilato di dosso orologi e fede. Un bruttissimo film, decisamente, che l’ex presidente della Provincia ha deciso di "proiettare" in pubblico perché «la mia zona è presa di mira da questi malviventi, ed è bene che si sappia». Lo scenario è la periferia est di Ferrara, per la precisione via Cedri.

Il racconto

Succede tutto venerdì verso le 12, quando Dall’Acqua è rientrato a casa dopo la spesa. Una villetta bifamiliare tra le prime ad essere costruite in zona, con tavernetta, primo e secondo piano più mansarda. «Sono entrato normalmente con la chiave e stavo mettendo giù la spesa in tavernetta, quando ho visto apparire sulla soglia due persone - è il suo racconto - Uno è vestito con la divisa della Polizia provinciale, erano abbastanza giovani, al massimo 35 anni, e mi rivolgono la parola». Le frasi sono costruite apposta per far salire l’ansia e la preoccupazione dell’interlocutore: «"Siamo qui perché le sono entrati i ladri in casa, non se n’è accorto? Ma li abbiamo presi" ha detto quello in divisa, la parlata italiana era perfetta e quindi non so dare indicazioni di nazionalità. Sul momento - è il racconto di Dall’Acqua - sono stato sorpreso, "ma come i ladri, io sono entrato con la chiave", "venga che le facciamo vedere" e mi hanno portato su, in cucina, dove effettivamente c’era l’inferriata della porta d’ingresso segata e il vetro a pezzi, sul pavimento». Da quel momento i fotogrammi si sovrappongono velocemente, con immagini incongruenti che man mano vengono sempre più a fuoco: «Parlava sempre quello con la divisa, in quei momenti ho perso di vista l’altro per rispondergli. Mi diceva che avevano preso i ladri e li avevano portati in centrale, ma che uno di loro aveva un passpartout per la mia cassa di sicurezza, e che dovevo fargliela vedere per un controllo. Sì, insisteva, è dietro un quadro... Gli ho risposto che non avevo niente del genere, e i sospetti si sono fatti più forti». In quegli istanti entra in casa la moglie di Dall’Acqua, Claudia, e il finto poliziotto le si avvicina «e sempre parlando della necessità di fare controlli sul presunto bottino, le sfila l’orologio, una catenina, perfino la fede. "Sono ladri" abbiamo urlato a quel punto, e mi sono messo a cercare anche l’altro: in un istante, non esagero, sono spariti dalla vista». Dall’Acqua è salito di un piano e l’ha trovato a soqquadro, i ladri avevano fatto razzia «di tanti preziosi ricordi di una vita: diversi orologi, anelli, gioielli. Davvero un dispiacere, al di là della preoccupazione per quanto era successo».

A mente fredda

Dall’Acqua e la moglie hanno passato la giornata di sabato a redigere la denuncia, alla caserma dei carabinieri di via del Campo, «l’abbiamo fatta la più dettagliata possibile, nella speranza di fornire dettagli utili a rintracciare i ladri». Che, chiaramente, erano entrati in casa pochi minuti prima dell’arrivo del padrone di casa, ma invece di fuggire hanno provato a raggirarlo, in maniera sfrontata, per puntare al "colpo grosso", cioè alla presunta cassaforte. «Andare in giro in divisa non è da tutti - è la riflessione dell’ex presidente della Provincia - si tratta di persone evidentemente preparate che sanno affrontare anche i possibili imprevisti. Cosa sarebbe successo se avessi reagito? Meglio non chiederselo, in ogni caso ho voluto che la cosa si sapesse anche se ci faccio magari la figura dell’ingenuo. Sono cose che non devono succedere ad altri».