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Modena, le bare di Bergamo e la sfilata dell’esercito. Gibellini: «La mia intuizione per risolvere il dramma»

Evaristo Sparvieri
Modena, le bare di Bergamo e la sfilata dell’esercito. Gibellini: «La mia intuizione per risolvere il dramma»

L’imprenditore in prima linea per affrontare l’emergenza nella città lombarda

19 marzo 2024
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«Sono contento di aver dato indicazioni così importanti». È diventata l’immagine simbolo della pandemia: la lunga colonna di mezzi militari che trasporta le salme di chi non ce l’ha fatta. È sulla base di quelle immagini che il 18 marzo è diventata la Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’epidemia di coronavirus. Dietro quella immagine drammatica, un grande lavoro organizzativo che ha avuto un protagonista in Gianni Gibellini, celebre imprenditore modenese di onoranze funebri che opera in gran parte del nord Italia e che con la sua Terracielo Funeral Home ha quattro case funerarie a Modena, Mirandola, Carpi e Vignola.

L’INTUIZIONE

È stata una sua intuizione quella di risolvere il “problema” di Bergamo ricorrendo all’esercito: numerose bare che la città lombarda non poteva seppellire né cremare, pur smaltendo nel forno crematorio 30 salme in 24 ore. I militari le scortarono fuori città, in forni di altre province, poi le ceneri tornarono dai loro cari.

«All’epoca ero presidente nazionale di Efi, ovvero Eccellenza funeraria italiana – ricorda Gibellini – mi telefonò il comandante dei carabinieri di Modena, colonnello Marco Pucciatti, chiedendomi se potevo farmi chiamare dal comandante di Bergamo, Paolo Storoni, e dal prefetto di Bergamo. Mi spiegarono che c’erano salme bloccate in attesa di cremazione, che la situazione era delicata anche da un punta di vista igienico-sanitario. Mi misi a disposizione e mi attivai».

L’OPERAZIONE

Era una domenica, pochi giorni prima di quel trasferimento che divenne simbolo della tragedia: «Mi sono organizzato, ho contattato i responsabili dei forni crematori di Modena, Bologna, Ferrara, Cesena, Venezia. Ho trovato disponibilità e accoglienza. Si attivò anche il sindaco di Modena, Gian Carlo Muzzarelli. Le salme vennero messe dentro le bare, ma c’era un problema per il trasporto. I carri funebri erano tutti impegnati. Pensai che con un’ordinanza il prefetto potesse ricorrere all’esercito per far sì che le salme venissero trasportate ai luoghi di destinazione. Sono contento di aver dato queste indicazioni così importanti. Il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, mi ringraziò tantissimo. Credo che quella idea sia stata risolutiva».  

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