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Il caso

Azioni legali per i danni da smog: «Duemila ferraresi sono pronti»

Stefano Ciervo
Azioni legali per i danni da smog: «Duemila ferraresi sono pronti»

Il network Consulcesi propone una causa collettiva dopo le sentenze europee. Ferrara è tra le città più interessate ma ancora non c’è la "massa critica"

20 marzo 2024
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Ferrara Si torna a parlare di azioni risarcitorie a causa dell’inquinamento atmosferico. Lo spunto è fornito da una recente sentenza della Corte Europea per i diritti dell’uomo che ha condannato l’Italia a causa dell’esposizione a sostanze inquinanti alla quale sono stati esposti i residenti di alcune città campane, per via dell’emergenza rifiuti in quelle zone: secondo il network legale Consulcesi, che fa capo a Massimo Tortorella, ha base in Svizzera e sedi in diversi paesi europei, è questa la chiave per ottenere riconoscimenti economici da Stato italiano e Regioni più esposte all’inquinamento da polveri sottili. E Ferrara, che si mantiene nelle prime posizioni a livello regionale e nazionale per sforamenti dei limiti europei e concentrazioni di Pm10, è tra le città che Consulcesi inserisce tra quelle candidabili all’azione collettiva di fronte non alla Corte di giustizia europea ma ai singoli tribunali italiani. I ferraresi potenzialmente interessati sono calcolati dal network già un circa 2mila, ma va chiarito che ancora non si è passati alla fase operativa e i meccanismi della possibile azione legale vanno messi a fuoco.

Il contesto

È chiaro il contesto nel quale s’insinua questa nuova ipotesi di azione legale. L’Italia è stata multata dalla Corte di giustizia europea per il superamento de valori soglia sia di polveri sottili che di biossido di azoto, per il primo periodo dell’emergenza smog e delle misure di contrasto, dal 2008 al 2018, e negli ambiti territoriali dove gli sforamenti sono effettivamente avvenuti, un totale di 40 milioni di persone. La Pianura Padana, e al suo interno, l’Emilia Romagna sono le aree più colpite, con Ferrara a fare la parte del leone: il picco degli sforamenti annuali in quel periodo si è registrato nel 2017, con 62 giornate oltre soglia, e una sola volta si è arrivati almeno a ridosso, l’anno prima, con 36 giornate oltre limite. In tutti gli anni presi in esame, e anche quelli successivi con una sola eccezione dovuta evidentemente a condizioni meteo particolari, i ferraresi hanno respirato più smog di quanto l’Ue consentisse. Negli ultimi due-tre anni le concentrazioni giornaliere, e anche il numero di sforamenti annui, sembra aver imboccato un trend discendente, soprattutto grazie all’ammodernamento del parco mezzi che rottama via via le auto più inquinanti: da gennaio siamo comunque a 24 giornate oltre i limiti, terzo più alto dato in regione dopo Modena (32) e Piacenza (29), quindi è molto probabile che soglia 35 venga comunque superata anche quest’anno.

La proposta

Che i ferraresi siano quindi tra i più danneggiati dallo smog, quindi, vi sono pochi dubbi, con conseguenti problemi quantomeno all’apparato respiratorio. Consulcesi in effetti inserisce la città estense tra gli ambiti dai quali l’azione risarcitoria può partire, come si può constatare inserendo il proprio indirizzo nel portale online. Il network legale nei giorni scorsi ha diffuso i numeri dei residenti in viarie città emiliane «interessati» a partecipare all’azione denominata Aria pulita: il dato più alto è riferito a Bologna, con 51.236 persone, poi Parma (10.118) e Rimini (8.439), mentre per Ferrara sono indicate 1.983 manifestazioni d’interesse. «Si tratta di residenti - hanno specificato da Consulcesi - che hanno fatto seguire altri passi a quello della semplice inserimento dell’indirizzo nel portale, l’interesse è consolidato». Nessuno di loro, però, ha ancora effettuato il passaggio chiave del versamento di 350 euro richiesto dal network per essere inseriti nell’azione legale, quindi, la "massa critica" necessaria dev’essere ancora composta. Secondo il network di Tortorella sarebbe possibile ottenere risarcimenti fino a 36mila euro l’anno per ogni anno di esposizione a smog oltre i limiti, in base anche alla «valutazione discrezionale del giudice incaricato».