Cento, un’altra ragazza maltrattata: corre in caserma e chiede aiuto
Di notte ha invocato ospitalità dai carabinieri dove è stata soccorsa
Cento Lei ha una trentina d’anni e sta vivendo una relazione d’amore (se così si può definire) con il fidanzato. Che però non si è intimidito quando è stato il momento di usarle contro violenza, alzando le mani, afferrandola al collo e lasciandole i segni di quei drammatici momenti di sopraffazione. Solo che questa volta la vittima, una donna centese, ha scelto di reagire, non tentando di difendersi con violenza, consapevole che sarebbe stata travolta dalla superiorità fisica del proprio compagno, ma andando oltre, superando la soglia e chiedendo aiuto a chi, in poco tempo, potrebbe risolvere un problema enorme e interrompere anche quella storia di amore tossico. Loro sono i carabinieri di Cento che alcune notti fa sono stati protagonisti nella gestione di un’altra situazione di violenza domestica. Capita sempre più spesso che le pattuglie debbano intervenire nelle abitazioni per sedare liti, molto meno spesso avviene invece che siano le vittime a suonare al citofono della caserma per invocare aiuto e ospitalità. Stavolta è successo proprio così: la ragazza ha infatti raggiunto la caserma di notte e ha chiesto al piantone di poter essere accolta e soccorsa. Immediatamente il portone blindato si è aperto e lei ha trovato un rifugio sicuro e che per qualche ora l’ha custodita senza rischi. Ma le operazioni dei militari non si sono fermate, il salvataggio impone infatti anche altre operazioni indispensabili a tutelare la vittima. Si è infatti provveduto ad ascoltare la sua testimonianza, a comprendere quello che stava vivendo e cosa fosse accaduto qualche minuto prima. Il racconto della ragazza è servito a proporre un primo quadro che ora andrà approfondito nel dettaglio semmai dovesse arrivare una denuncia e la donna volesse fare l’ultimo gesto di coraggio: ossia avviare l’iter per attivare le procedure di emergenza collegate al "codice rosso". Intanto è stato disposto un primo passaggio con il personale sanitario al fine di definire una prognosi e comprendere se vi siano segnali espliciti di violenza, per il resto spetterà all’Arma gli accertamenti del caso, con i carabinieri consapevoli di aver risposto ad una chiamata di aiuto.