La Nuova Ferrara

Ferrara

La condanna

Ferrara, abusava e filmava la nipote

Daniele Oppo
Ferrara, abusava e filmava la nipote

Per l’uomo una pena di tre anni e mezzo in abbreviato

20 marzo 2024
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Ferrara L’accusa era molto grave: aver costretto la nipote adolescente, che aveva avuto in affidamento, a subire rapporti sessuali, pagata per carpirne il consenso e per rimanere in silenzio. Non solo, perché più volte l’aveva anche fotografata e filmata, come appurato dalle indagini che hanno portato a trovare nei dispositivi informatici dell’uomo centinaia di immagini di natura pedopornografica. La condanna, al termine del processo celebrato con il rito abbreviato a Bologna (sede competente), è stata di tre anni e mezzo di reclusione più il risarcimento del danno da liquidare in un separato giudizio civile, ma per il quale è stata stabilita una provvisionale di 20mila euro a beneficio della ragazza, oggi 21enne, parte civile assistita in giudizio dall’avvocata Monica Pedriali. La procura aveva rigettato la richiesta di patteggiamento. Una storia che arriva dalla provincia di Ferrara. La ragazza è stata abusata per diversi anni, da quando era minorenne e poi anche dopo aver compiuto i 18. A quell’uomo, per via di una situazione familiare compromessa, era stata affidata fin da piccola. E lui per anni ha approfittato della situazione, del suo potere su di lei, pulendosi la coscienza nel comodo autoconvincimento che bastasse darle dei soldi perché gli abusi si trasformassero in rapporti e azioni consenzienti, tra soggetti alla pari. Ad aggiungere gravità a una situazione molto difficile, anche il fatto che per diverso tempo la ragazza non venne creduta dalle persone con le quali aveva provato ad aprirsi, a far capire il proprio disagio, fortissimo e tremendo. La svolta è arrivata quando la ragazza ha trovato davanti a sé un carabiniere che ha scelto di darle finalmente credito e quindi di indagare, di approfondire, di scavare in quel racconto dell’orrore familiare, fino a scoprire che la ragazza raccontava il vero, fino ad arrivare a provare anche l’esistenza di quei filmati di cui parlava la giovane. Che la condanna dello zio basti ora a riappacificarla con la vita non lo sappiamo, che sia un primo passo verso la serenità, glielo auguriamo.