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Ferrara, viaggio all’interno della “nuova” Cattedrale

Marco Nagliati
Ferrara, viaggio all’interno della “nuova” Cattedrale

Via le impalcature e tutto pronto per la grande celebrazione di sabato a cui sono invitati i ferraresi

21 marzo 2024
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Ferrara Immaginate un viaggio… Un’immersione nel battito pulsante della Cattedrale di Ferrara. Un percorso che da sabato sarà concretamente aperto alla cittadinanza e che ieri è stato svelato in anteprima. Tra due giorni il Duomo tornerà, dopo cinque anni, ad ospitare i fedeli: avverrà con una cerimonia che prevede il ritrovo nel cortile del Palazzo Arcivescovile alle 17.15, la processione delle palme in corso Martiri e alle 18 la messa officiata dall’arcivescovo Gian Carlo Perego. La città rivedrà la Cattedrale restaurata, rivitalizzata. Rimessa a lucido. Fruibile. Per adesso soltanto la navata centrale e quella di destra, mentre il lato sinistro è ancora occupato dal cantiere ma entro settembre si spera di togliere le impalcature per “liberare” la Cattedrale in tutta la sua interezza. Rimarranno soltanto le reti di protezione sul soffitto.

Ecco, immaginate un viaggio… Varcato il portone della Cattedrale, sorgono le antiche colonne: il protiro dei Telamoni che sorreggono il mondo. Simbolo dell’uomo che entra peccatore (a destra) e quello che poi ne esce purificato. Saliti alcuni gradini, splende sulla destra il santuario della Cattedrale con l’altare della Madonna delle Grazie portato all’interno della struttura il 25 marzo del 1570. Gettando uno sguardo sulla navata che ha come orizzonte l’altare, impossibile rimanere immuni al bagliore che permea l’intera struttura e le dà un inevitabile tocco di magnificenza. A sinistra si intravede il battistero, con i rimasugli dei “lavori in corso”. «La navata di sinistra è coperta da pannelli che ripercorrono tutti i lavori compiuti – viene enunciato -: spieghiamo come è stato restituito in pieno il cuore medievale della Cattedrale». Avanti di qualche passo... Fa bella mostra l’arco del Matroneo con i capitelli riportati agli sguardi dei presenti. E nelle nicchie, alzando gli occhi, si scorgono i busti dei dodici apostoli: opera del Cinquecento del Lombardi. Un paio di metri verso l’altare brilla il transetto del Baroncelli, dove fa orgogliosa esibizione il gruppo bronzeo del Crocefisso. L’altare è lì che ci aspetta, attorniato da scranni che sabato ospiteranno una cinquantina di preti rappresentanti delle parrocchie e del clero. Mentre a sinistra si nota la cappella del Santissimo Sacramento. Luccicante. Superando l’altare, colpisce l’imponente semicerchio del coro: «Che ospiterà almeno 180 coristi – descrive don Paolo Galeazzi, maestro di cappella -; ci saranno anche un organista e una piccola orchestra ad arco composta da sette strumentisti». Rilucono gli ori della Cattedrale, per dare il massimo splendore. «Però non si vedranno troppi fiori – anticipa don Stefano Zanella, responsabile ufficio tecnico-amministrativo dell’Arcidiocesi -: perché siamo vicini al sabato delle Palme». Stimata la possibilità di contenere poco più di 500 persone, sabato pomeriggio. «Con quattro schermi attivati all’interno per seguire al meglio la Messa e un maxi schermo posizionato sul sagrato esterno – specifica il vicario generale don Massimo Manservigi -: è stato compiuto un lavoro enorme per restituire la Cattedrale alla città. E tutta la cittadinanza è invitata». Sì, “Finalmente Cattedrale” come recita il claim esposto sulla facciata. Il conto alla rovescia sta per terminare.