Ferrara, caso Balzerani e bandiera Br. Scontro tra gli studenti Unife
Zurma (Au): «La sinistra non voleva condannare». Link: «Non era la sede»
Ferrara La vicenda della professoressa dell’Università La Sapienza di Roma, interrotta a lezione dai giovani militanti di Forza Italia per aver pubblicato sui propri social un messaggio di cordoglio per la morte della brigatista Barbara Balzerani (che ha preso parte anche all’agguato di via Fani), è arrivata anche a Ferrara.
In particolare è entrata nell’aula del Consiglio degli Studenti, dove è stata discussa dai rappresentati della comunità studentesca in seguito ad una mozione presentata dal gruppo Azione Universitaria. «A pochi giorni dal ricordo del rapimento di Aldo Moro abbiamo voluto presentare una mozione per sensibilizzare la comunità studentesca sul tema del terrorismo politico e il periodo degli anni di piombo». A parlare è Gianpaolo Zurma, vicepresidente del Consiglio e membro dell’Esecutivo nazionale di Au. «Le motivazioni che ci hanno portato a protocollare la risposta – prosegue lui – è stata la vergognosa simpatia da parte della docente Donatella Di Cesare nei confronti della defunta Barbara Balzerani, ex brigatista mai pentita del sequestro di Aldo Moro».
In Consiglio Studenti è quindi sorto un forte dibattito: «I rappresentanti delle associazioni della sinistra universitaria hanno votato contrario ed astenuto – denuncia Zurma –. Nonostante questo comportamento vergognoso, non poco coraggioso, per fortuna è stata approvata». Ma non è tutto. I toni si sono accesi dopo che Azione Universitaria ha mostrato una foto del campo nazionale di Udu (Unione degli universitari), in cui si vedeva una bandiera delle Brigate Rosse in un’area del luogo dedicato all’evento, «a cui – aggiunge Zurma – ha partecipato anche la segretaria dem Elly Schlein».
Un attacco che non è passato inosservato e a rispondere è la presidente del Consiglio degli studenti e rappresentante di Link, Alessandra De Fazio: «Innanzitutto il verbale della seduta testimonia che in Consiglio c’era la maggioranza perché la mozione non venisse approvata. Se Link e Udu avessero voluto non sarebbe passata, invece così non è stato. Il motivo del voto contrario e dell’astensione – prosegue De Fazio – riguarda la mancata pertinenza della proposta. Non rientra nei nostri compiti come CdS interessarci a cosa fanno le persone fuori dell’università: non fa parte del nostro statuto. Se poi si chiede un’opinione personale questo è diverso, ma mi sembra ovvio che in un periodo storico come questo nessuno sia a favore di alcun estremismo politico ed è pronto a denunciarlo. Come Consiglio degli Studenti dobbiamo migliorare la didattica e non utilizzare questa sede, e di conseguenza i social come una passerella politica. Per quanto riguarda la bandiera delle BR è comparsa al Revolution Camp di Udu quindi non ne rispondo ma è un chiaro tentativo di provocare le altre associazioni. E poi nutro qualche sospetto sull’autenticità della foto».
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