Ferrara, Upe denuncia: «Scarico irregolare nel canale Burana»
Il video arriva dai volontari dell’Unione Pescatori Estensi: «Chi inquina le acque non paga mai»
Ferrara Uno scarico dal canale Burana che sta creando problemi nel terreno circostante. È quanto hanno scoperto nell’ultimo sopralluogo dei volontari dell’Unione Pescatori Estensi, avvenuto due giorni fa da Luca Fogato e Marco Falciano appunto nel corso d’acqua a ovest della città, ha evidenziato «una grave irregolarità: proprio al di sotto del ponte di via Primo Levi, uno scarico irregolare proveniente con alta probabilità dalla rete fognaria adiacente - denunciano i due attivisti - ha riversato ingenti quantitativi di reflui inquinanti sulla banchina in terra nuda dell’argine del corso d’acqua, causando una voragine che compromette la stabilità del manufatto di bonifica». Il Burana, aggiungono Fogato e Falciano, risulta interdetto alla navigazione proprio a causa di fragilità delle arginature, con conseguenti rischi di cedimenti.
«Oltre alla pericolosità determinata alla stabilità dell’argine, come associazione di tutela ambientale ci chiediamo quale ingente quantità di reflui di origine fognaria, perciò altamente inquinanti, abbia potuto determinare una voragine simile, con che potenza e con quale impatto inquinante per il canale» si chiedono i due attivisti. Negli anni hanno fatto emergere casi d’inquinamento delle acque superficiali a causa di malfunzionamenti e irregolarità nella gestione della rete fognaria, ad esempio lo scarico di via Bologna sul Po di Volano, o quella relativa al ponte di via Caldirolo, sempre sul Volano. «Non si tratta di casi isolati ma di inquinamento continuo tollerato che, al contrario, andrebbe risolto mediante interventi risolutivi e, soprattutto, applicando il principio cardine del diritto ambientale “chi inquina paga”. Purtroppo - concludono i due attivisti - nonostante le nostre tante segnalazioni rendicontate da foto e video, stante la carenza assoluta di controlli puntuali, troppo spesso chi inquina le acque non paga mai e, in tal modo, non è possibile assicurare concreta tutela all’ambiente, il tutto a danno della risorsa naturale e della nostra salute».
Fogato e Falciano invieranno la documentazione dell’ultimo caso alle autorità competenti per il ripristino e il risarcimento del danno ambientale.