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Partorisce sul pavimento di casa: «Mi ha aiutata la mia vicina»

Annarita Bova
Partorisce sul pavimento di casa: «Mi ha aiutata la mia vicina»

San Martino. Il piccolo Brando è nato con la camicia: «Il sacco non si è rotto». Il racconto della mamma: «Il mio compagno per il paese a cercare l’ostetrica»

23 marzo 2024
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San Martino in Argine Una storia bellissima quella successa a San Martino Argine, a due passi dal confine con l’Argentano. Il piccolo Brando è venuto al mondo in casa, con mamma Martina aiutata dalla vicina di casa Angela e dal compagno Jacopo, mentre mezzo paese era in attesa di notizie fuori in cortile. Niente di programmato e tutto di gran fretta, con un racconto meraviglioso e pieno di forti emozioni.

«Brando ha deciso di nascere ed è iniziato il travaglio - racconta Martina -. Avevo i dolori ma le acque non si sono rotte. Ho deciso di andare al piano superiore ma arrivata in cima alle scale, mi sono dovuta sdraiare. Jacopo ha controllato e ha visto la testolina. Brando stava nascendo e non sapevamo davvero cosa fare». A quel punto, «ha chiamato l’ambulanza, ma soprattutto la nostra vicina di casa Angela che si è precipitata da me mentre Jacopo, in mutande, ha percorso mezzo paese perché in fondo alla strada abita un’ostetrica». L’ostetrica corre e Angela intanto ha aiutato Martina e il parto è andato bene. Ma c’è un ma. «Il sacco amniotico non si è rotto. In pratica il bambino è nato con la camicia, è rimasto nel liquido e l’ostetrica non sapeva come fare».

Sul posto è arrivata l’ambulanza, con l’infermiera «ma il medico a bordo dell’automedica non trovava la strada - racconta Martina ridendo -. E il bambino sempre lì nel sacco. A quel punto sono state date indicazioni all’infermiera, che ha rotto finalmente la sacca e nel frattempo il dottore ci ha raggiunti. Quando ho sentito il pianto di Brando è stato bellissimo».

Mamma e bimbo dovevano però a quel punto andare in ospedale. «Le scale di casa sono strettissime, mi volevano portare giù con la seggiola ma era quasi impossibile. Mi sono alzata e sono uscita con le mie gambe e quando ho aperto la porta , in cortile c’era mezzo vicinato. Siamo stati in ospedale tre giorni e poi ci hanno rimandato a casa e stiamo benissimo».

«Sì, mi sono improvvisata ostetrica - aggiunge felice Angela -. Tremavo, avevo tra le mani la testa di Brando e quando poi il medico ha tagliato il cordone ombelicale mi son persa in un ungo pianto. Mi resterà nel cuore tutta la vita, questo bambino è una gioia ed è anche un po’ mio». Martina e Jacopo hanno immaginato il giorno del parto per nove mesi. Tutto pronto, tutto programmato. Ma come spesso accade, la vita fa un po’ poi quello che le pare e trovare sulla strada le persone giuste è davvero una gran fortuna. Benvenuto piccolo Brando. l