Ferrara, alloggi per studenti universitari nella sede dell’ex centro ortofrutticolo
La Regione sta lavorando al progetto con Invimit, società partecipata del Ministero delle Finanze, per restituire alla comunità ferrarese il complesso di via Bologna vuoto da nove mesi
Ferrara Uno studentato nel complesso dell’ex Centro operativo ortofrutticolo di via Bologna a Chiesuol del Fosso. È il progetto a cui sta lavorando la Regione Emilia Romagna, che dal luglio del 2023 è ritornata nella piena disponibilità dell’edificio che temporaneamente aveva ospitato la Polizia locale e che ora, dopo il trasferimento della Municipale, è rimasto vuoto. Si tratta di un vasto complesso di oltre 50mila metri quadrati che alla fine dell’anno scorso era stato messo all’asta con un prezzo base di oltre 12milioni, un passaggio obbligato trattandosi di un bene pubblico. L’asta fissata per il 19 dicembre al Tribunale di Ferrara è andata deserta «ma da quel momento in poi non siamo rimasti fermi – spiega l’assessore regionale al Bilancio Paolo Calvano – e abbiamo colto l’opportunità di avviare un’interlocuzione con Invimit, società a totale partecipazione del Ministero delle Finanze, che ha avanzato una manifestazione di interesse perché intenzionata ad acquisire immobili pubblici da destinare a studentati universitari».
L’interlocuzione è ancora in corso, la Regione si è detta disponibile a una mediazione e a valutare l’ipotesi di suddividere il complesso immobiliare per destinarne una porzione agli alloggi per gli universitari. «Il nostro obiettivo –prosegue Calvano – è restituire questo bene pubblico alla comunità ferrarese, e quella dello studentato ci è sembrata un’ottima soluzione per una città come Ferrara il cui Ateneo negli ultimi anni ha registrato un notevole aumento di iscritti. Ora siamo in attesa di ulteriori passaggi confidando che si creino le condizioni giuste e che la nostra controproposta economica possa essere accolta da Invimit, valutando appunto di poter procedere anche a stralci. L’amministrazione comunale si è detta pronta a venirci incontro con i necessari strumenti urbanistici se il progetto, come speriamo, dovesse essere condotto in porto».
Il complesso era stato edificato a inizio degli anni Settanta per essere destinato a Centro ortofrutticolo, ma il progetto si arenò e l’immobile si avviò a diventare una cattedrale nel deserto. In seguito ad assumerne la gestione fu il Consorzio Nazionale di interesse pubblico “Centro operativo ortofrutticolo” (Coo) costituito nel 1976 per Decreto del Presidente della Repubblica. L’immobile ha continuato a ospitare la sede del Coo fino alla fine degli anni ’90 quando il Consorzio fu sciolto e venne nominato un liquidatore. In seguito la proprietà passo dallo Stato alla Regione e per diversi anni l’edificio è stato sede dell’assessorato provinciale all’Agricoltura. Da nove mesi è vuoto, un tempo sufficiente a far emergere segnali di abbandono, tra erba alta e infiltrazioni, una rotta che la Regione sta cercando al più presto di invertire.