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Il caso

Filo, il medico non l’avrebbe salvato

Daniele Oppo
Filo, il medico non l’avrebbe salvato

Seconda richiesta di archiviazione dell’indagine sulla morte di Francesco D’Antoni. La nuova consulenza tecnica: nemmeno l’ambulanza “medicalizzata” sarebbe bastata

28 marzo 2024
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Filo Le nuove indagini non hanno cambiato le prime conclusioni: Francesco D’Antoni, 59 anni, non si sarebbe potuto salvare nemmeno se, in quella tragica notte del 20 marzo del 2021, l’ambulanza arrivata a casa sua per soccorrerlo avesse avuto il medico a bordo.

La nuova consulenza fatta effettuare dalla procura di Ferrara dopo che il giudice delle indagini preliminari, Carlo Negri, aveva respinto una prima richiesta di archiviazione, opposta dalla famiglia di D’Antoni (assistita dall’avvocata Gabriella Azzalli), non ha cambiato le conclusioni della prima analisi: D’Antoni non aveva chance di essere salvato, perché sarebbe con più probabilità morto nel tragitto dalla sua abitazione all’ospedale Sant’Anna di Cona, considerato quello più vicino per l’effettuazione di un’angiografia d’urgenza. Ciò anche nel caso della presenza di una ambulanza medicalizzata direttamente all’ospedale di Argenta, dal cui pronto soccorso quel giorno partì un mezzo senza medico a bordo: una condotta che la procura aveva valutato essere dovuta a un errore di valutazione da parte dell’operatrice telefonica del 118, ma nei fatti l’errore non pare aver influiti sul nefasto esito.

Per questo la procura ha avanzato una nuova richiesta di archiviazione dell’indagine, aperta a carico di due persone per responsabilità differenti. La prima era il direttore sanitario del Distretto Sud-est e la seconda l’operatrice telefonica del 118.

Il dirigente venne indagato per la decisione di disporre che, dal 18 marzo 2021, in piena pandemia di Covid e in piena crisi sanitaria, l’ambulanza del Pronto soccorso di Argenta non fosse più munita di medico a bordo (ovvero, come si dice in gergo, che non fosse più “medicalizzata”), stabilendo che eventuali codici rossi sul territorio sarebbero stati gestiti da altre automediche presenti in provincia.

L’operatrice telefonica del 118 invece venne indagata per non aver mandato in prima battuta un mezzo di soccorso con medico a bordo dopo l’intervista telefonica, nella quale le era stato descritto un paziente che lamentava forte dolore al petto e dispnea, e poi che non riusciva più a respirare. L’ambulanza arrivò dal pronto soccorso di Argenta e dopo cinque minuti dall’arrivo l’infermiere chiese l’invio di un mezzo con medico dal Pronto soccorso di Lugo. Ma al suo arrivo non poté fare altro che constatare il decesso dell’uomo.

La triste vicenda aveva generato anche accese polemiche sull’organizzazione sanitaria territoriale. 


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