Pontelangorino, il ponte non c’è più, la ditta sparita. E così anche i corrieri si arrendono
«Percorso alternativo da incubo per arrivare in paese»
Pontelangorino Petizione di un gruppo di residenti di Pontelangorino per i disagi provocati dalla chiusura di un ponte in località Prati, e dal percorso alternativo, di circa 30 chilometri, necessario a raggiungere il paese, tra buche e fango. Alcune famiglie che vivono in una zona rurale della piccola frazione di Codigoro hanno raccolto le firme, per «esprimere la nostra preoccupazione sullo stato di avanzamento dei lavori di rifacimento del ponte, che ci dovrebbe permettere nuovamente di raggiungere il centro abitato in sicurezza ed in un lasso di tempo ragionevole». Non solo, «qui non arriva più nulla, anche i pacchi che ordiniamo non vengono recapitati e siamo stati costretti a dare indirizzi di amici in paese, per non parlare di chi ha le forniture di pellet».
I disagi Il percorso alternativo «tra andata e ritorno è di 30 km, di cui un terzo su strada ghiaiata perennemente dissestata, priva di qualsiasi segnaletica o illuminazione, costeggiante un corso d’acqua con nessun tipo di protezione (prima di inizio lavori erano tre km su strada asfaltata). La viabilità in condizioni meteorologiche favorevoli è pessima – scrivono i residenti - ma in occasione di pioggia o nebbia diventa veramente pericolosa perché è strada bianca piena di buche, pozzanghere e fango in cui si rischia più volte al giorno di impantanarsi con i veicoli».
I lavori Nel luglio 2023 sono stati avviati i lavori di demolizione del vecchio ponte, denominato “Prati” e sono partiti quelli di costruzione della nuova infrastruttura, ma i residenti nella loro petizione sollevano dubbi sull’avanzamento dell’opera e chiedono al Comune «la creazione, sul corso d’acqua, di una passerella momentanea, da attraversare a piedi, che ci consenta di lasciare i veicoli dalla parte opposta, il riconoscimento di un indennizzo economico, calcolato sulla base degli effettivi giorni di ritardo nella realizzazione dei lavori, per l’usura dei veicoli dovuta al percorso dissestato e per l’aumento spropositato dei consumi di carburante, nonché la periodica manutenzione della strada bianca».
Nello stesso documento, i residenti citano i limitatori di altezza, installati nel 2019, a protezione del ponte, ma danneggiati dal transito di mezzi, che superavano il limite massimo consentito (2,70 metri in altezza).
Interpellata sulla vicenda, la sindaca codigorese Sabina Alice Zanardi si dice «pienamente consapevole del disagio che stanno attraversando i residenti e che comprendiamo. Ho telefonato personalmente al cittadino che ha presentato la petizione – prosegue Zanardi -, a cui erano state proposte due soluzioni, una alternativa all’altra. Avremmo potuto intervenire noi, con i nostri mezzi, nella giornata di sabato scorso per sistemare, per quanto possibile il percorso alternativo, altrimenti sarebbe intervenuta la ditta esecutrice, che aveva segnalato la propria disponibilità per martedì o mercoledì. I residenti hanno preferito attendere la ditta, per la data indicata. Ma poi è piovuto e l’impresa non ha potuto intervenire. E aggiungo che questa è una fase delicatissima, perché è in corso una interlocuzione con la stessa ditta».
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