La Nuova Ferrara

Ferrara

Cibo

Ferrara, per Pasqua e Pasquetta vince ancora la tradizione

Francesco Gazzuola
Ferrara, per Pasqua e Pasquetta vince ancora la tradizione

Cosa mangeranno i ferraresi nei e pranzi e cene in famiglia e con amici, tra piatti tipici e alternative vegane. E poi le opinioni sulla carne “sintetica”

30 marzo 2024
4 MINUTI DI LETTURA





Ferrara Venerdì santo i più non hanno mangiato carne, così come la tradizione comanda, ma a Pasqua e Pasquetta sono proprio agnello e coppone a farla da padrone sulle tavole dei ferraresi. Pranzi e cene in famiglia, ma sopratutto con amici (giusto per seguire il detto popolare "Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi"), gite fuori porta e grigliate di Pasquetta, bel tempo permettendo.

Tanta tradizione: lasagne, cappone, bolliti (le temperature ancora semi rigide spingono i consumatori sulla pietanza tipicamente natalizia) e cappelletti, perché non è festa senza "caplit", qualsiasi periodo dell’anno sia. In alternativa pesce, anche a Pasqua, vegetariano e vegano.

Nuove frontiere del cibo, queste ultime due, che rappresentano una valida soluzione di alimentazione differente da quella onnivora a cui la maggior parte della popolazione è abituata. E se si parla di nuove frontiere del food e alternative alla carne tradizionale è impossibile non citare la carne sintetica.

Carne coltivata Detta anche sintetica o artificiale, la clean meat (così in inglese) è risultato di un processo di coltivazione cellulare operato in laboratorio su cellule animali staminali, ovvero cellule che possono generare una grande varietà di tessuti animali e, di fatto, il pezzo di carne in sé. Questo processo, dunque, non prevede l’allevamento, tanto più quello intensivo, e nemmeno la macellazione, perciò risulta essere cruelty free (senza sofferenza animale). Il motivo per cui si è iniziato a ragionare su un’alternativa alla carne tradizionale è legato ai problemi etici ed ecologici che questo alimento si porta dietro, tra tutti l’impatto ambientale prodotto. Dal lato opposto, allo stato attuale delle cose, realizzare un hamburger in laboratorio è assai più dispendioso rispetto alla maniera tradizionale. Infatti, a ricadute ambientali positive e ad una maggior sicurezza alimentare dovuta alla "crescita" in condizioni sterili a partire da animali sani, bisogna considerare costi elevati di produzione (almeno all’inizio quando i Paesi e le aziende produttori sono pochi. L’innovazione è dietro l’angolo: non manca molto prima che sia accessibile all’intera popolazione mondiale. C’è quindi da chiedersi se i ferraresi siano interessati ad accoglierla sulle proprie tavole.

Le opinioni «Lasagne con asparagi e besciamella e guance di manzo brasate con funghi porcini» sarà il menu pasquale preparata dalle sapienti mani di Alessandra Campanati, la quale riserva «qualche dubbio sulla carne sintetica» e preferisce rimanere «nella tradizione della carne vera non conoscendo bene la composizione di quella artificiale». Dello stesso avviso Giorgio Pasqualini: «Non assaggerei la carne coltivata neanche per sogno e solo a guardarla mi vengono i brividi - spiega -. Lungi da me e dalla mia famiglia, che cresco a carne tradizionale, l’alternativa sintetica. Non sono favorevole, poi nel futuro si vedrà perché dare da mangiare a quasi otto miliardi di persone sarà sempre più difficile». Cauto e analitico Piero Guerrini, dal momento che la questione «non è concreta e quindi è difficile da affrontare. Bisognerebbe sapere il contesto all’interno di cui dovrebbe avvenire questa scelta. Può darsi che saremmo costretti e in futuro il problema dovrà essere affrontato con un interesse diverso da quello attuale».Non manca il parere di chi quotidianamente maneggia la carne: «Io non venderei carne sintetica, piuttosto trasformerei l’attività in una bottega vegetariana - ammette Francesco Travagli, dell’omonima macelleria in via Cortevecchia -. A parer mio non dovrebbe neanche esistere con tutte le altre cose che ci sono da mangiare, anche escludendo la carne tradizionale stessa: è una forzatura».

Pasqua non è per forza sinonimo di carne e Carlotta Bigoni lo conferma: «Pranzo vegano e cena di pesce, poi lunedì grigliata. Facciamo tutti e tre». Carlotta si dice incuriosita dalla variante sintetica, così come il compagno Marco Veronese. «Non l’ho mai assaggiata, ma vorrei capirne il sapore e le differenze rispetto a quella tradizionale». Questioni che certamente non si pone Francesca Guiducci: «Non mi piace tanto la carne in generale, quindi non cercherei mai una versione finta che si avvicini a quella vera». Chi invece l’ha già assaggiata è Giulio Grillanda: «Se non avessi saputo che era sintetica, sarebbe stato difficile distinguere il sapore. A me è piaciuta. L’ho assaggiata sia al ristorante che ad un barbecue, ma ero all’estero, in California, dove già da anni è presente. Come costi si tratta di un 50% in più rispetto alla carne tradizionale».