Ferrara, gonfia le parcelle per le prestazioni. Avvocato accusato di peculato
Amministratore di sostegno avrebbe ottenuto con la frode 164mila euro
Ferrara La Procura di Ferrara ha chiesto il rinvio a giudizio per un avvocato ferrarese, accusato di aver ottenuto in maniera fraudolenta compensi per quasi 164mila euro da un suo assistito, del quale era stato nominato amministratore di sostegno. Per questo, avendo agito l’avvocato nelle vesti di pubblico ufficiale, il reato che gli viene contestato è quello di peculato.
La vicenda è molto delicata e riguarda attività professionali fatturate dal legale tra il 2017 e il 2018, tutte regolarmente pagate e anche autorizzate dal giudice tutelare. Secondo la procura, però, il magistrato sarebbe stato indotto in maniera fraudolenta ad autorizzare il pagamento dei compensi con i rispettivi prelievi dal conto dell’uomo, un ex dipendente comunale, del quale l’avvocato era divenuto amministratore di sostegno dal 2014, su incarico della madre. Madre che, peraltro, per tutte le prestazioni sulle quali è passata la lente d’ingrandimento degli inquirenti, aveva già pagato una parcella di 37mila euro all’avvocato.
Secondo l’accusa, che ha fatto anche effettuare una consulenza a tal proposito, i compensi richiesti e ottenuti erano del tutto sproporzionati rispetto ai tariffari professionali e alle prestazioni effettuate, tutte di natura stragiudiziale e relative alle pratiche per far ottenere la pensione di invalidità all’ex dipendente del Municipio.
Nel dettaglio, nel mese di ottobre del 2017, l’avvocato avrebbe ottenuto tre pagamenti rispettivamente da 10.213 euro, 17.509 euro e 23.710 euro per prestazioni relative a esame e studio della pratica, colloqui telefonici con Comune, Inps, patronato Acli e altri soggetti ed enti pubblici e redazione di relazioni.
L’anno dopo, tra i mesi di febbraio e giugno del 2018, l’avvocato avrebbe ottenuto l’autorizzazione preventiva al prelievo di somme pari a 21.886 euro (per due volte), 24.805 euro e 13.861 euro, sempre per la medesima attività sostanziale, ovvero per portare avanti le pratiche per far ottenere la pensione all’uomo amministrato.
Alla fine della fiera, per far ottenere la pensione all’uomo, il legale avrebbe intascato la cifra monstre di 133.874 euro. Il tutto, peraltro, nonostante avesse percepito dalla madre dell’assistito, compensi per le medesime attività pari a 37mila euro fatturati in quattro tranche tra 2017 e 2018.
Ma non è finita, perché secondo l’accusa, nel settembre del 2018, l’avvocato avrebbe anche ottenuto fraudolentemente dal giudice tutelare l’autorizzazione preventiva al prelievo di un’ulteriore somma di 30mila euro dal conto dell’uomo sotto la sua amministrazione per il rifacimento della facciata di un immobile che sarebbe stato indicato come di proprietà dell’uomo ma che in realtà era della madre per lavori risultati non essere mai stati effettuati; 30mila euro dei quali si sarebbe appropriato in maniera indebita, trattenendola per sé.
Nel corso dell’indagine, i finanzieri si recarono sia nella sua abitazione che nel suo studio legale per effettuare una perquisizione e dei sequestri (il tutto sotto la vigilanza dell’Ordine degli Avvocati di Ferrara, come d’obbligo per casi di tal fatta).
© RIPRODUZIONE RISERVATA