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Meno posteggi, più decoro: la rivoluzione dei mercati a Ferrara

Stefano Ciervo
Meno posteggi, più decoro: la rivoluzione dei mercati a Ferrara

Dal 2000 persi nel capoluogo il 36% delle piazzole e 24 fiere. Piano e Regolamento nuovi per “fare pulizia” e tentare il rilancio

04 aprile 2024
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Ferrara Meno posteggi, più decoro. Si può declinare con questa formula la riforma del commercio su area pubblica presentato ieri dal Comune di Ferrara, che da una parte intende "ripulire" il calendario da fiere e mercati non più attivi da tempo, oltre che di posteggi deserti; e dall’altra intervenire sulla disposizione e la composizione delle merci, in maniera da renderle compatibili in particolare con le disposizioni della città Unesco. Il nuovo Regolamento e il Piano relativo hanno ottenuto un paio di settimane fa il parere positivo dell’Anva, l’associazione dei commercianti ambulanti, oltre che della Soprintendenza, e le collocazioni andranno valutate per un periodo sperimentale di tre anni: si vedrà al termine dei cantieri, e magari dopo la convivenza con i tanti eventi di piazza. Viene eliminata la "spunta", cioè l’assegnazione provvisoria di posteggi non occupati quel giorno, per i mercati del lunedì e del venerdì, che vengono invece mantenuti in quartieri e frazioni, per cercare di rivitalizzarne l’attività: ma le difficoltà non sono limitate alla periferia. Il quadro L’assessore Angela Travagli ha ricordato in commissione consiliare che il Regolamento non era stato toccato per 24 anni. La crisi del settore è acclarata dalle dinamiche di questo periodo, durante il quale i posteggi sono calati da 538 a 349, -36%, mentre i mercati sono diminuiti di una sola unità: oggi sono 15 nel territorio del capoluogo, dei quali 12 ordinari. Nelle fiere, i posteggi occupati sono passati da 551 a 231, -59%, e sono rimasti 8 dei 36 eventi in calendario. Anche i posteggi isolati hanno subito un significativo ridimensionamento, -48% per quanto riguarda quelli occupati (sono rimasti 66), mentre quelli per gli imprenditori agricoli sono passati da 65 a 31.La stragrande maggioranza dei banchi, l’89%, è non alimentare, e i proprietari delle concessioni sono per il 77% italiani. Le novità L’idea è di «ricompattare i mercati dove si sono registrati dei "buchi" importanti nei posteggi, ad esempio sul Baluardo di San Lorenzo» ha spiegato l’assessore; e d’introdurre una serie di regole, derivate dai cambiamenti normativi maturati in questi anni, dal rispetto di vincoli e tutele storico-artistiche e dagli obiettivi di riqualificazione delle attività del centro Unesco. Sono di carattere generale alcune regole di decoro: «Le strutture e i materiali devono essere puliti e decorosi, in buono stato di conservazione; le merci devono essere disposte in maniera ordinata; al termine dell’attività i posteggi devono risultare liberi da ingombri e rifiuti». Di norma è vietato «occupare il posteggio con attrezzature di servizio o che possano rappresentare ostacoli alla circolazione e alla sicurezza, né occupare spazi esterni al posteggio», come accade spesso oggi. Non è più possibile, inoltre, «appendere le merci alle tende, o comunque, esporle, al di fuori dell’area di concessione», compreso il suolo. Nei mercati del centro storico, inoltre, non è consentito «vendere merci usate all’interno dei mercati del lunedì e venerdì»; utilizzare ombrelloni "liberi", per riparare la merce da vento e pioggia si possono cioè utilizzare solo le tende dei furgoni; disporre merci alla rinfusa. Sono 25 le fiere soppresse, tra le quali Pasqua, Ottobre, Baura e Ravalle, «perché non c’è più interesse», ha detto l’assessore; Dicembre e San Giorgio restano, con soppressione dei posteggi dismessi, mentre si valuterà «la compatibilità con la programmazione cittadina» di fiere Buskers e Palio. Altri tempi, Antiquariato e Artigianato vengono accorpate in un’unica collocazione in corso Porta Reno. Ovunque vengono soppressi i posteggi non utilizzati da tempo, -37 al lunedì. Osservazioni Federico Soffritti, consigliere di maggioranza e ambulante, ha colto l’occasione per lamentare «l’esclusione degli ambulanti dai contributi per le frazioni», invitando ad una riflessione sulle distese dei bar durante i mercati.