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Codigoro, Giulia, racconta i suoi 8mila chilometri in bicicletta fino a Chicago

Nicolas Stochino
Codigoro, Giulia, racconta i suoi 8mila chilometri in bicicletta fino a Chicago

La ciclista oggi (5 aprile) alle 17 alla biblioteca Bassani: «Volevo scoprire il mondo»

05 aprile 2024
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Codigoro Sono ormai passati oltre 130 anni dall’impresa incredibile di Luigi Masetti che in sella alla sua bici è partito da Milano alla conquista di Chicago pedalando per 8.000 chilometri. Questa storia la conosce bene Giulia Baroncini, ex receptionist in un albergo di Venezia che ormai tre anni fa, stanca della propria vita, è stata folgorata da tale racconto e in sella alla propria bici ne ha seguito le orme. In attesa dell’incontro di oggi (5 aprile) alle 17 alla biblioteca Bassani (via Felice Cavallotti, 27) di Codigoro, Giulia racconta il “Viaggissimo” ai lettori de la Nuova Ferrara.

L’inizio di tutto «Ricordo perfettamente il momento in cui sono entrata in contatto per la prima volta con Masetti. È successo in un periodo in cui non ero più soddisfatta della mia vita. Sono entrata in libreria in cerca di ispirazione e soffermandomi davanti agli scaffali di letteratura di viaggio, l’occhio è caduto immediatamente su “L’anarchico delle due ruote” di Luigi Rossi». Il libro racconta dell’impresa straordinaria che Masetti ha messo in atto nel 1893, attraversando Europa e Stati Uniti. «Nonostante siamo entrambi di Trecenta, non conoscevo la sua figura e ne sono rimasta completamente affascinata. Ritengo Masetti un personaggio molto determinato ma a tratti anche un pazzo. Partire per un viaggio di tale portata con i mezzi in dotazione all’epoca è da folli. Di lui ammiro in primis la voglia di scoprire il mondo e soprattutto di farlo senza pensieri, una qualità molto rara al giorno d’oggi».

La decisione A giugno 2023 Giulia decide quindi di prendere in mano la propria vita e partire per lo stesso viaggio compiuto 130 anni prima dal suo compaesano. Cinque mesi in sella, da Trecenta a Chicago, passando per Svizzera, Francia, Germania, Belgio e Regno Unito. «A Londra ho preso l’aereo per New York, città da cui ho ricominciato a pedalare fino a Chicago. Sono in seguito tornata a New York percorrendo una strada diversa e una volta atterrata a Londra ho varcato il confine italiano passando per la Francia. L’ultimo tratto fino a casa l’ho fatto seguendo il Po. È stato per me un momento di festa per celebrare un periodo di cambiamento della mia vita. Noi italiani siamo sempre un po’ restii al cambiamento; io credo invece che serva e faccia parte del ciclo della nostra esistenza». Partire per un’avventura di tale portata non era facile allora ma non lo è nemmeno adesso, nonostante lo sviluppo dei materiali e l’evoluzione tecnologica. «Dopo un anno e mezzo in cui ho maturato l’idea del viaggio, ho deciso definitivamente di partire. L’organizzazione è cominciata sei mesi prima della partenza effettiva, intorno all’inizio di gennaio». Sei mesi in cui Giulia ha studiato attentamente il percorso, riadattando quello di Masetti ai giorni nostri. «Ho ricalcolato l’intero itinerario, mantenendo le strade originali dove possibile e organizzando anche i voli aerei dato che la nave per l’attraversata atlantica non esiste più».

Fisico bestiale Ma per pedalare per oltre 8000 chilometri non basta solo una preparazione logistica, bisogna anche avere il fisico. «Sono sempre stata molto sportiva e mi alleno costantemente con la bici anche senza aver mai fatto gare. Pedalare per me rappresenta più uno svago che un’imposizione. L’allenamento è avvenuto da sé durante tutto il percorso, pian piano la mente e il corpo si sono abituati allo sforzo richiesto». La stanchezza, un elemento da non sottovalutare e che ha colpito Giulia in un momento ben preciso. «Il punto più difficile a livello fisico, ma soprattutto mentale, è arrivato durante la ripartenza da Chicago. Pensavo di arrivarci e festeggiare il giro di boa di metà percorso, ma in realtà dopo 2 mesi intensi ho accusato davvero la fatica» Tante le persone che in giro per il mondo hanno aperto le porte di casa a Giulia permettendole di recuperare le forze. «Il fattore che mi ha colpito di più è stata la generosità di molti per cui ero una semplice sconosciuta. C’è chi mi ha ospitato nel proprio attico a New York e chi mi ha anche solo permesso di piantare la tenda nel proprio giardino». Dopo questa esperienza la vita di Giulia è cambiata, oggi lavora nel mondo del digitale dove condivide con chi la segue la propria passione per la bici e per i viaggi.

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