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Il caso

Ferrara, bonifici alla Ong ucraina: anziana circuita dal vicino

Daniele Oppo
Ferrara, bonifici alla Ong ucraina: anziana circuita dal vicino

A processo Massimo Restivo della Ico United Planet Onlus

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Ferrara Truffa, furto, appropriazione indebita, furto in abitazione, indebito utilizzo di carte di pagamento, circonvenzione d’incapace. È la lista di reati dei quali è chiamato a rispondere Massimo Restivo Caponcello, 65 anni, accusato di aver sottratto una somma di oltre 400mila euro dai conti bancari di un’anziana, che oggi ha 89 anni e all’epoca ne aveva 84, sua vicina di casa, in concorso con un altro uomo, un consulente finanziario che è deceduto nel corso delle indagini.Il 29 maggio, assistito dall’avvocato Claudio Mazzoni, dovrà comparire davanti alla giudice dell’udienza preliminare Silvia Marini.
L’indagine venne a galla nel maggio del 2021, quando la Guardia di finanza operò una serie di perquisizioni e sequestri e applicò a Restivo il divieto di avvicinamento all’anziana e mise sotto protezione 300mila euro del patrimonio della signora, che venne affidata alle cure di un amministratore di sostegno (che è l’avvocata Roberta Saltari, mentre processualmente è assistita dall’avvocata Irene Costantino).
Secondo le risultanze delle indagini coordinate dalla pm Isabella Cavallari, l’imputato, approfittando della solitudine dell’anziana, del rapporto di fiducia che si era creato tra la donna e lui e di una forma degenerativa di decadimento cerebrale, tra l’ottobre del 2019 e il febbraio del 2021 sono riusciti a convincerla a disinvestire una somma piuttosto ingente - 772.336 euro in dieci prelievi - depositata in un conto della banca Fideuram, prospettato come poco redditizio, per trasferirla in conti ucraini, dove avrebbe ottenuto interessi del 18%. Sempre con l’inganno, avrebbe convinto la donna a consegnagli lo smartphone sul quale arrivavano i codici pin per autorizzare le operazioni online, e in questo modo partirono dal conto dell’anziana una serie di bonifici pari a 358.800 euro a favore della Ico United Planet, una Onlus con base in Ucraina, di cui Restivo (che nel sito internet è chiamato Max Restivo) è vicepresidente. Con la stessa Ong (che vanta anche collaborazioni con l’Onu)nel 2019 aveva organizzato un evento con il Teatro comunale di Ferrara, chiamato “Diritto all’Opera”, in occasione del 72º anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.
Ancora, nel 2021 Restivo si sarebbe fatto accreditare 19.800 euro su un conto tedesco, a titolo di anticipo spese e assistenza, secondo la procura anche usando la falsa qualifica di procuratore generale della signora e di amministratore di sostegno. Va precisato, però, che Restivo nel dicembre 2020 ottenne, con atto notarile, una procura generale ad agire per conto dell’anziana, ma secondo la procura la ottene fraudolentemente , prospettando di eseguire dei bonifici nell’interesse della donna. La cifra che Guardia di finanza e Procura ritengono sicuramente distratta è pari a 373.800 euro, ma il danno potenziale è molto più elevato, pari a oltre 770mila euro, ovvero la cifra fatta disinvestire dal conto Fideuram. Per tutte queste operazioni, Restivo e l’altro indagato poi deceduto, sarebbero passati per una serie di altri reati che possiamo indicare come “strumentali”, ovvero il furto e l’appropriazione indebita dello smartphone della signora per gestire i pin e sbloccare le operazioni bancarie online prima per autorizzare i bonifici verso la Ong e poi per gli “anticipi spese”. All’imputato è contato anche di essersi impossessato materialmente di una carta bancomat del conto Fideuram e poi di aver indebitamente usato una serie di carte bancomat e carte di credito per effettuare una lunga lista di prelievi per oltre 30mila euro.
Alla fine dei conti, i due, approfittando della situazione di fragilità della donna (ecco la contestazione di circonvenzione d’incapace) si sarebbero procurati un profitto di non meno di 354.800 euro in concorso e il solo Restivo di ulteriori 49.871 euro. A Restivo è contestata una recidiva reiterata per alcuni precedenti. A suo carico è nota anche una condanna per aver falsificato le firme di due segretari dello Stato di San Marino.

Daniele Oppo

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