La Nuova Ferrara

Ferrara

Il mistero

Omicidio Bonetti, sparita la lapide: si trovava nella pineta di Lido Spina

Katia Romagnoli
Omicidio Bonetti, sparita la lapide: si trovava nella pineta di Lido Spina

Recitava: “Qui una assurda mano assassina ha stroncato la vita di Nicola”

05 aprile 2024
3 MINUTI DI LETTURA





Lido Spina C’è un mistero nel mistero dietro all’omicidio di Nicola Bonetti, lo studente universitario ferrarese freddato con due colpi di pistola, a 22 anni, nel retrospiaggia del Lido Spina, la notte del 28 giugno 1980. È infatti sparita la lapide marmorea voluta dagli amici, sulla quale era stata incisa una breve, ma intensa dedica: “Qui una assurda mano assassina ha stroncato la vita di Nicola Bonetti”. Dopo 44 anni dal brutale omicidio, il podcast “Spari nel Buio”, realizzato da Samuele Govoni e Francesco Patroncini, con la collaborazione di Davide Bertasi, e prodotto da Ciakara Podcast in collaborazione con la Nuova Ferrara, sta cercando di far luce su uno dei casi irrisolti dell’ultimo mezzo secolo.
L’omicidio

Quella del 1980 si mostrò un’estate funestata da gravissimi fatti di cronaca nera e il caso Bonetti, per certi versi, passò in secondo piano sugli organi di informazione dell’epoca, ma ben presto anche le indagini giunsero ad un punto fermo ed è proprio da lì che ha preso le mosse l’inchiesta che la Nuova Ferrara sta portando avanti con Samuele Govoni e Francesco Patroncini. A lasciare l’amaro in bocca contribuisce anche la scoperta della sparizione della lapide commemorativa che, in questi quattro decenni aveva tenuto vivo il ricordo di un giovane incensurato, avviato ad una carriera brillante, pieno di vita e di sogni da condividere con Laura, la fidanzata di soli 17 anni, testimone della brutale aggressione.
La pista

Ora, come allora, lo spettro della reticenza, costruito attorno al non detto e quindi all’omertà, ma anche attorno alla paura, difficilmente farà emergere nuove piste investigative e, con altrettanta improbabilità, si potrà risalire agli autori e alle cause della sparizione della lapide di un giovane, il cui sorriso, nelle immagini sbiadite in bianco e nero dell’epoca, rivendica ancora giustizia. La lapide sparita dallo stradello del retrospiaggia del Lido Spina in cui si consumò il delitto potrebbe essere stata bersaglio dei vandali o, come ipotizza qualcuno, potrebbe essere finita, per errore, tra gli attrezzi impiegati per una potatura stagionale. Alcuni di coloro che all’epoca del brutale assassinio erano poco più che coetanei di Nicola Bonetti vestivano la divisa dell’allora Corpo dei Vigili Urbani (oggi Polizia Locale) e ricordano le tante piste battute dai carabinieri, i volti scavati di compaesani increduli, parenti dei principali indiziati, alcuni dei quali finiti in carcere, poi rilasciati per insussistenza di prove.
Riesce difficile anche a chi, all’epoca indossava una divisa, ipotizzare che la mano assassina sia tornata sul luogo del delitto, per rimuovere la lapide commemorativa, posta a ricordo imperituro del sacrificio di Nicola Bonetti. Il caso presenta alcune analogie con quello di Willy Branchi, il 18enne di Goro, trovato senza vita, il 30 settembre 1988, sotto l’argine del Po. L’omertà, il non detto, le ritrattazioni, le amnesìe accompagnano anche quella vicenda, ma la famiglia non ha mai smesso di lottare alla ricerca della verità. Il mistero nel mistero dell’omicidio Bonetti potrebbe far riaprire il caso. 
Katia Romagnoli

© RIPRODUZIONE RISERVATA