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Lidi, il granchio blu fa paura ai turisti: reti in mare per difendere i Bagni

Annarita Bova, Katia Romagnoli
Lidi, il granchio blu fa paura ai turisti: reti in mare per difendere i Bagni

I balneari tranquillizzano: «Impareremo a conviverci. Non fanno male»

07 aprile 2024
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Lidi Reti in mare per difendere i clienti dei Bagni dal granchio blu. È solo una delle idee che da Lido Spina a Lido Volano i gestori degli stabilimenti stanno per mettere in atto. Come prevedibile, tra i turisti il timore di essere pizzicati dalle forti chele è reale «e non possiamo certo far finta di niente - dice Luana Guietti della cooperativa Estensi e Spina -. Dobbiamo farci trovare pronti, affrontare questa emergenza in ogni modo possibile. Negare il problema sarebbe da sciocchi. Siamo a confronto con esperti per capire in quale direzione sia meglio muoversi e sono certa che affronteremo la cosa al meglio». Quella delle reti in mare per qualcuno potrebbe anche una buona soluzione, da mettere in pratica quando il mare sarà più calmo e, naturalmente, facendo eventualmente squadra da nord a sud, altrimenti servirebbero a poco.

Il confronto

Approderà al tavolo del G 20 delle Spiagge, convocato a Caorle, in provincia di Venezia, dal 17 al 19 aprile, il tema "Granchio blu" in relazione al turismo balneare e dalla costa comacchiese che, insieme alle altre 19 presenti al summit, totalizza 70 milioni di presenze annue, si leva un appello unanime con un "No all’allarmismo".Gianni Nonnato, responsabile del Consorzio del Lido Nazioni, nonché titolare dello Chalet del mare, evocando il recente richiamo dell’assessore regionale Andrea Corsini, ricorda che «il problema granchio blu era sentito anche lo scorso anno. Non è nuovo. È vero che i pescatori a riva ne catturano ma questo non deve incidere sulla promozione turistica. Dobbiamo pensare di conviverci con questa nuova specie». D’accordo Nicola Bocchimpani, presidente di Abalneari, associazione che abbraccia gli stabilimenti dei lidi Nazioni, Pomposa e Scacchi, nonché titolare del bagno Pomposa al Lido di Pomposa, fa notare che «in fondo il granchio blu è un animale che scappa se ti avvicini e non attacca. Da noi non sono arrivati a numeri significativi. Non so quale sia la situazione nel portocanale o al canale Logonovo, dove si mescolano acqua dolce e acqua salata. Ma si può stare tranquilli ad andare in spiaggia».È ormai risaputo che il granchio blu, proveniente dai mari tropicali, abbia assunto grandi capacità di adattamento e sia in grado di nuotare a mezz’acqua, ma ancora non si sono registrati casi di ferite importanti. O meglio, qualcuno è stato sì pizzicato ma si tratta al momento di casi sporadici. Nicola Ghedini, presidente provinciale di Cna balneari e titolare del bagno Kursaal al Lido Spina, precisa che «il nostro settore vive solo di riflesso un problema che affligge, in primis il mondo della pesca e della molluschicoltura. Sono certo che non ci saranno problemi per la balneazione. In fondo - prosegue Ghedini - abbiamo sempre convissuto con il pesce ragno che pungeva, con le cozze tagliate e con le meduse. La presenza di queste ultime, tra l’altro, attesta le condizioni buone dell’acqua». Insomma il granchio blu c’è, ma non ci sarà per il turista: se ne può parlare, senza nascondere la testa sotto alla sabbia, ma neppure senza fare allarmismo. Affrontare il tema prima che diventi un’emergenza è la priorità posta da Roberta nesto, sindaco di Cavallino Treporti, nonché presidente della Conferenza dei sindaci della costa Veneta, nonché coordinatrice del summit del G 20 delle Spiagge. L’obiettivo è quello di fare prevenzione ed informazione, aprendo un dialogo inter istituzionale, che coinvolga Prefetture, Capitanerie di Porto, enti locali, cooperative degli stabilimenti balneari, per fornire risposte rassicuranti ai turisti, ridimensionando paure ed incognite dovute alla presenza dell’alieno.