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Ferrara: Università, la fonte del guadagno. Gli studenti valgono 149 milioni

Francesco Gazzuola
Ferrara: Università, la fonte del guadagno. Gli studenti valgono 149 milioni

Crescono gli iscritti e aumenta l’indotto economico per il Comune di Ferrara. Incremento del 62% rispetto a quattro anni fa e spesa per i consumi quintuplicata

08 aprile 2024
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Ferrara La città estense ha una fonte di guadagno che ad oggi sembra inesauribile: l’università. Gli studenti rappresentano una gallina dalle uova d’oro per Ferrara e nell’ultimo anno accademico gli oltre 28mila iscritti all’Ateneo estense hanno generato un indotto economico di oltre 149 milioni di euro per il territorio. Quasi un terzo dell’importo riguarda il mercato degli affitti, altro grande tema che spesso fa discutere visto l’aumento dei prezzi per avere un tetto sopra la testa durante gli anni di studio. Ma andiamo per gradi.

L’Osservatorio economico sui grandi eventi, nato dalla collaborazione tra Università, Ascom Confcommercio e Comune di Ferrara, ha prodotto una nuova indagine. Sono state prese in esame le abitudini di vita e di consumo di studentesse e studenti dell’Ateneo. L’indagine è stata realizzata tramite un questionario somministrato via web dal 25 settembre al 10 novembre 2023, a cui hanno partecipato 13.936 iscritti: un tasso di partecipazione del 49% (considerando i 28.355 immatricolati totali), da cui è possibile trarre una fotografia aggiornata sulla situazione economica, abitativa, lavorativa degli studenti, ma soprattutto sull’impatto economico della loro presenza sul territorio del Comune di Ferrara.

I risultati

Come anticipato, la stima dell’indotto complessivo relativo all’anno accademico 2022/23 è di 149.116.824 euro di cui 45,9 milioni per l’affitto, 17,2 milioni per utenze e pranzi, 32,4 milioni per il tempo libero e altre attività (sport, spettacoli, eventi, cene e aperitivi) e 53,4 milioni per consumi (generi alimentari, abbigliamento, libri). Gli studenti fuori sede che alloggiano a Ferrara (43% della popolazione studentesca) contribuiscono con 116 milioni (78% di impatto economico sul totale), che corrispondo ad oltre 9.500 euro per ogni studente; mentre i pendolari (37% degli iscritti) con 27 milioni (18%), oltre 2.500 euro pro capite.

Sono dunque coloro che non abitano a Ferrara e decidono di studiare nell’Ateneo estense ad influire maggiormente nell’economia della città: la spesa maggiore è senza dubbio quello dell’affitto di casa, costo che negli ultimi anni ha subito una notevole impennata.

Tra gli aspetti considerati nel questionario c’è anche l’attività degli studenti nel tempo libero, nello specifico sono stati elaborati dati che riguardano gli eventi organizzati a Ferrara. È dunque emersa una buona partecipazione alle manifestazioni tradizionali e non della città: infatti, un terzo del campione ha partecipato a concerti gratuiti. Medesima adesione per i concerti a pagamento; gettonati anche il Buskers Festival (21,7% degli intervistati), il Palio (19%), il Capodanno e Internazionale.

Con un nuovo studio, è d’uopo il confronto con l’edizione precedente del sondaggio, condotta nell’anno accademico 2018/19. Comparando i dati, risulta un incremento dell’indotto del 62%, imputabile in parte all’incremento di studenti (+30%, da 21.812 ai già citati 28.355 in quattro anni) e al tasso di inflazione (+16,8%), «ma anche ad una maggior propensione a spendere – aggiunge Stefano Bonnini, professore di statistica del Dipartimento di Economia e Management di Unife –, come risulta dall’incremento della spesa media pro capite, al netto dell’inflazione, in particolare dei fuori sede, ancor più dei pendolari». Una maggior propensione al consumo, dunque, ma anche un target di spesa più alto: il che si traduce, ad esempio, nel prendere un drink in più o preferire il ristorante al fast food. Da 92 milioni di indotto economico generato dagli iscritti ad Unife nel 2019, si è quindi passato a 149 milioni nel 2023. Rispetto alle singole categorie elencate in precedenza, colpisce l’incremento della spesa per i consumi (generi alimentari, abbigliamento, libri, etc), che è addirittura quintuplicata: da 10,9 a 53,4 milioni (+338%).

I partner

«I risultati di questa indagine – afferma la rettrice Laura Ramaciotti – sono frutto della collaborazione con Ascom e il Comune di Ferrara e confermano che il nostro Ateneo svolge un ruolo che va oltre alle sue funzioni di formazione e divulgazione di conoscenze e di ricerca scientifica. Il nostro Ateneo sta contribuendo al ringiovanimento della popolazione, prendendo parte alla crescita del tessuto economico circostante, ma anche dal punto di vista culturale, organizzando iniziative ed eventi scientifici di grande richiamo nazionale e internazionale a beneficio anche dei propri studenti. L’impegno di Unife è volto a garantire pieno diritto allo studio alle generazioni che in futuro governeranno il nostro Paese. Infine, lavoriamo per creare le condizioni affinché i giovani si trattengano sul nostro territorio».

L’assessore ai Rapporti con l’Università, Alessandro Balboni, ha ribadito che questo «non si tratta dell’unico tavolo di collaborazione in corso. Per Ferrara l’Università rappresenta un importante motore economico, non solo in termini di indotto ma anche per l’apporto demografico che fornisce ad una città tendenzialmente anziana. Infine, dobbiamo considerare che un numero sempre maggiore di giovani fuori sede sceglie di rimanere una volta conclusi gli studi: è necessario agevolare l’inserimento nel mondo del lavoro sia i laureati sia chi lavora per mantenersi lo studio».

«Il volano economico generato è significativo sia per la città che per il forese – dichiara Marco Amelio, Presidente provinciale Ascom Confcommercio – ed ancora più importante rispetto al valore aggiunto economico complessivo di un sistema che stenta ancora a riprendersi».

«Questo studio permetterà di mettere in campo una serie di convenzioni legate alle attività di vicinato, alla persona, alle associazioni sportive, culturali e di intrattenimento – commenta Davide Urban, Direttore generale Ascom –. Il concetto di città accogliente e aperta ai flussi di visitatori (universitari e non) è al centro della nostra riflessione in queste settimane». 



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