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Ferrara, una provincia che invecchia. Qui si muore più che altrove

Ferrara, una provincia che invecchia. Qui si muore più che altrove

Più italiani in arrivo che in uscita. Gli stranieri si sostengono e fanno figli

11 aprile 2024
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Ferrara La demografia fa peggio dell’economia, in provincia di Ferrara, e certo non è un caso che le due curve statistiche presentino andamenti confrontabili. Per tutto quanto fa riferimento alla popolazione (residenti, mortalità, anzianità) il Ferrarese è di gran lunga il territorio più in sofferenza dell’Emilia Romagna, con una sola eccezione: gli stranieri, che crescono ancora e mostrano un tasso di dipendenza dal resto della popolazione praticamente dimezzato. Questo dicono i numeri del censimento Istat che fotografano con dettaglio elevato i movimenti della popolazione, evidenziando tra l’altro come la provincia estense riesca ad essere attrattiva anche nei confronti di altri territori, grazie forse all’università.

L’universo I dati sono riferiti al 31 dicembre 2022, con focus appunto sull’Emilia Romagna, dove la popolazione era arrivata a 4.437.578 residenti, in leggera crescita rispetto a dodici mesi prima (+0,3%): fa un po’ impressione constatare che circa il 40% è concentrato nelle province di Bologna e Modena. Nel Ferrarese eravamo in 339.287, in parte maggioritaria femmine (174.852), con un salto negativo di 286 unità (-0,1), l’unico segno meno di tutta la regione ma esattamente in linea con le dinamiche nazionali. In Emilia l’incremento della popolazione è la somma algebrica di due saldi positivi, quelli migratori sia interno che estero, a compensazione dei valori negativi del saldo naturale e dell’aggiustamento statistico. A Ferrara questi sbilanci sono accentuati, in quanto la differenza tra nati e morti (-3.399) è il peggiore dopo quello di Bologna, che però ha oltre un milione di abitanti, mentre la differenza positiva tra chi “emigra” nel resto del Paese e gli italiani che s’insediano qui non è trascurabile, +1.391, come del resto il saldo estero (2.008 residenti in più). Entrambi i tassi migratori, cioè i numeri assoluti pesati sulla popolazione, sono al di sopra della media regionale, quello estero è addirittura il terzo dopo Piacenza e Parma.

Anche l’Emilia ha peraltro toccato il nuovo record minimo delle nascite, e Ferrara ha visto abbassare nuovamente il tasso di natalità, sceso a 5,4 nati per mille abitanti: nemmeno a dirlo, è il dato di gran lunga più basso della regione, visto che solo Ravenna gli si avvicina un po’, a quota 6. Ancor più elevato il gap con il resto dell’Emilia Romagna per quanto riguarda il tasso di mortalità: il nostro è inarrivabile, staccando di oltre due punti il secondo più alto, e la regione è già al di sopra della media nazionale in questo campo. Effetto invecchiamento, naturalmente, visto che l’età media dei ferraresi è salita a 49,6 anni, oltre due punti più di ogni altro territorio, con un indice di vecchiaia di 273,5 (a Ravenna si arriva a 217,4, la media regionale è di 198,4): ne consegue che c’è ormai quasi un anziano ogni due residenti in età attiva, quindi un indice di dipendenza altissimo.

Gli stranieri La musica cambia completamente quando si prende in evidenza la popolazione straniera residente. Il censimento Istat registrava a fine 2022 35.659 stranieri nel Ferrarese, il dato più basso in regione anche in termini percentuali (6,4%). Questo contingente di ferraresi hanno indici positivi sia per il saldo naturale (sono giovani, quindi con molte più nascite che morti), che quelli migratori, interno ed estero: il tutto considerato che ben 1.410 persone hanno nel corso del 2022 ottenuto la cittadinanza italiana, quindi vanno “spostate” di categoria. Il salto totale per quanto riguarda gli stranieri è di 1.347 unità, il secondo più alto della regione dopo Bologna (e ci sono province come Reggio e Forlì che sono andate sotto). Quasi la metà degli stranieri, peraltro, è europeo, al secondo posto come continente di arrivo è l’Africa con 9.875 unità, poi l’Asia (7.688).

Per effetto di queste movimentazioni la percentuale di stranieri sul totale della popolazione complessiva è salita al 10,5%, +3,9% sull’anno precedente, che resta peraltro la quota più ridotta dell’intera regione, con la fetta femminile che è superiore a quella della popolazione italiana. È importante sottolineare come l’indice di dipendenza degli stranieri sia 31,9 che è meno della metà di quello degli italiani. l

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