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Ferrara, le contromosse alle liste d’attesa: visite al sabato e “in affitto”

Francesco Dondi
Ferrara, le contromosse alle liste d’attesa: visite al sabato e “in affitto”

Niente più liste chiuse. L’Ausl apre alle prestazioni serali e farà più libera professione

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Ferrara La Regione chiama e la sanità pubblica ferrarese risponde presente: se da Bologna era arrivata una decisa sollecitazione sulle liste d’attesa, a Ferrara si lavorava da tempo sulle contromosse anche alla luce dei recenti impegni che la direzione sanitaria si era assunta. E l’ampia strategia operativa è emersa nel corso del Comitato consultivo misto Sud-Est dove Mirco Santini, dirigente Ausl e responsabile del comparto, ha illustrato al gruppo presieduto da Francesca Ventura tutti gli scenari. Prospettive che sono state accolte con soddisfazione e curiosità dai consultori, che hanno rinviato ogni giudizio ai prossimi mesi, quando ci saranno i riscontri pratici.

Ma quali risposte ha illustrato il dottor Santini per quanto riguarda i tempi d’attesa per l’Ausl di Ferrara? Innanzitutto non ci saranno più liste chiuse. Si tratta di un passaggio necessario a cambiare la prospettiva da parte dei pazienti. Detta volgarmente: ora si potrà andare in farmacia per prenotare e l’operatore non replicherà più che non è possibile avere una data. L’appuntamento sarà fornito, ma - è giusto anticiparlo - potrebbe essere molto distante rispetto alla data in cui avviene la prenotazione. In questo quadro generale si inserirà anche una presa in carico più dinamica: se la visita o la prestazione fosse molto in là nel tempo e si liberasse un posto all’improvviso, ci sarà un apposito ufficio che contatterà il paziente per proporre l’anticipo.

Il dottor Santini ha inoltre spiegato come l’Ausl pensa di ridurre le liste d’attesa, ben consapevole del fatto che l’apertura totale comporterà anche attese piuttosto lunghe. E qui subentra quello che già si era visto nelle settimane passate ossia una sorta di accordo con i medici di medicina generale impegnati nelle strutture private nelle attività extra ambulatoriali. In tal caso si chiederà la disponibilità a trattare, nel contesto della loro specialistica, i pazienti “pubblici” mentre si amplieranno anche le prestazioni durante le sedute di libera professione con i pazienti che saranno inseriti tra una visita a pagamento e l’altra.

Così facendo si ambisce a diminuire le liste di attesa, ma non basta e infatti ci sono altri due piani di intervento. Il primo riguarda lo sfruttamento intensivo delle apparecchiature sanitarie, che si punta a far lavorare di più. Ecco allora che non è più una chimera immaginare visite, Tac o risonanze al sabato e perché no, alla domenica oppure in orario serale nel corso della settimana. «I pazienti apprezzeranno?», è il dubbio che hanno posto gli stessi consultori ma la strada è tracciata ed è vista come una risorsa. Il secondo ambito è invece collegato al numero di prestazioni richieste ed effettuate dai ferraresi, che risultano più elevate rispetto alla media. E qui devono venire in soccorso i medici di famiglia con cui l’Ausl continua a dialogare e a invocare quel ruolo di filtro a fronte di accertamenti non necessari. In sostanza si punterà a limitare le verifiche superflue per ridurre le prestazioni e quindi avere liste più snelle e immediate. Senza poi scordare la ricerca spasmodica - e spesso infruttuosa per mancanza di candidature - di medici e personale da assumere con i bandi e i concorsi incapaci di assecondare tutte le necessità del pubblico.