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Sant’Agostino: tentate truffe ad anziani e deboli. Il trucco è quello dell’incidente

Annarita Bova
Sant’Agostino: tentate truffe ad anziani e deboli. Il trucco è quello dell’incidente

Terre del Reno. Allarme del comandante Ansaloni: «È gente senza scrupoli»

16 aprile 2024
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Sant’Agostino «Ci sono stati segnalati alcuni tentativi di truffa (per fortuna sventati) a carico di cittadini del nostro territorio». A confermarlo è il comandante della Polizia locale dell’Alto Ferrarese, Stefano Ansaloni. I casi son stati segnalati immediatamente anche ai carabinieri, che si sono attivati. Ma cosa è successo esattamente? «Il metodo è conosciuto: il malvivente telefona qualificandosi come un’autorità e racconta al malcapitato che il proprio congiunto, che non può parlare perché in caserma, ha avuto un incidente con gravi conseguenza per terzi per colpa sua e che per risolvere la questione occorrono soldi per cauzione o quant’altro - spiega Ansaloni -. Se i soldi non sono subito disponibili basta dare ciò che si ha in casa, anche in controvalore di preziosi, orologi, ecc». Questo il contenuto delle telefonate, più o meno tutte uguali.

«Se la vittima resta ad ascoltare, viene detto che arriverà un collega a ritirare personalmente, e in borghese, i soldi o i preziosi. La truffa del finto incidente è un tipo di truffa che si consuma a distanza. Parte con una telefonata alla vittima in cui chi parla si presenta come un’autorità e comunica che un familiare ha avuto un incidente stradale, accaduto per colpa sua: guidava ubriaco, o sotto effetto di sostanze stupefacenti, e senza assicurazione».

Nei casi di Terre del Reno, «nessuno ci è cascato e questo grazie anche alla fitta rete che stiamo costruendo proprio a tutela delle persone più fragili». Va detto che i truffatori sono davvero spietati: «se l’interlocutore appare incredulo, il truffatore aggiunge dei particolari inquietanti: dice che il sinistro è stato grave, che ci sono dei feriti, che il ragazzo ha tentato di scappare o ha fatto resistenza agli agenti. Per tutto questo il conducente rischia di essere arrestato: è già stato fermato e condotto in caserma, e perciò non può parlare personalmente con il genitore o con gli altri parenti». A questo punto scatta la trappola per raggirare la vittima, «il truffatore afferma che è in grado di intervenire in maniera fattiva e risolutiva, ad esempio “aggiustando” la faccenda coi colleghi, o che occorre «cauzione» per evitare l’arresto (sappiate che la legge italiana non lo prevede affatto) - precisa Ansaloni -. Ovvio che per fare questo ci vuole un compenso, in contanti e poi il malvivente solitamente usa frasi del tipo “Se vuoi bene a tuo figlio, o a tuo nipote, e vuoi risolvere il problema, ti conviene pagare” appena chiusa la telefonata, chiamare il numero di emergenza 112 per avvertire dell’accaduto». 


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