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In tribunale

Lagosanto, false fatture per i contributi: condannato

Daniele Oppo
Lagosanto, false fatture per i contributi: condannato

Pena di un anno di reclusione per un imprenditore edile

18 aprile 2024
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Lagosanto Un anno di reclusione, con la concessione delle attenuanti generiche e senza l’applicazione della recidiva reiterata che la procura aveva contestato. Finisce così il processo a carico di un imprenditore Paolo Caterino, rappresentante legale dell’impresa edile “Anna Costruzioni Srl” di Lagosanto, accusato del reato di tentata indebita percezione di erogazioni pubbliche per aver provato a ottenere contributi Covid, che in realtà non gli spettavano. Secondo quanto emerso nel corso dell’istruttoria dibattimentale, Caterino aveva cercato di ottenere il beneficio previsto dal decreto 34 del 2020 che aiutava le aziende con contributi a fondo perduto calcolati sulla base della differenza di fatturato tra l’aprile del 2019 e l’aprile del 2020, quello del lockdown. Il 13 luglio del 2020 l’imprenditore caricò sul sistema “Fatture e corrispettivi” dell’Agenzia delle Entrate ben sette fatture, tutte datate aprile 2019, per un importo totale di 898.900 euro. Una somma che gli avrebbe assicurato di ottenere un contributo dallo Stato pari a 134.835 euro. La frode non aveva un meccanismo troppo sofisticato: il giorno successivo all’inoltro delle fatture al sistema, Caterino presentò la domanda per ottenere il contributo a fondo perduto, facendo scattare tutti i campanelli d’allarme dell’Agenzia delle Entrate. Le successive indagini della Guardia di Finanza hanno poi evidenziato che quelle fatture erano del tutto false, emesse per interventi edilizi mai eseguiti nei confronti di clienti del tutto inconsapevoli, che hanno confermato tale circostanza anche testimoniando a processo.