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Il maxi progetto

Ferrara, il punto sull'idrovia tra navi cargo, ponti e fanghi

Ferrara, il punto sull'idrovia tra navi cargo, ponti e fanghi

Investimenti per 170 milioni di euro, nessun trasporto industriale

25 aprile 2024
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Ferrara L’idrovia turistica: progetti, attuazioni e tempistiche. Un tema fluido, verrebbe da dire. Con decenni di discussioni. Nel pomeriggio di ieri se n’è ampiamente parlato durante un’apposita sessione della Commissione consiliare (la quarta) del Comune di Ferrara. Qual è lo stato dell’arte e quali sono i programmi? Diversi i soggetti in commedia: dalla pubblica amministrazione alla Regione, dagli imprenditori privati al Petrolchimico. Intanto, una mappatura: si parla di 70 km di idrovia che partono da Pontelagoscuro e terminano al mare nell’approdo di Porto Garibaldi. Sono 170 i milioni di euro messi a disposizione per intervenire su raggio di curve dei canali, sulla riqualificazione di sponde, sul rifacimento dei ponti e sul dragaggio. Proprio gli ultimi due argomenti chiamano direttamente in causa il Petrolchimico: via Battistella, via Modena, via Michelini… Traiettorie e viadotti che «nel 2023 hanno coinvolto il passaggio di 36.000 camion» enuncia Paolo Schiavina, amministratore delegato di Ifm (azienda consorziale servizi). Va da sé che i futuri interventi dovranno giocoforza essere sinergici col polo chimico. «Se blocchiamo i camion che entrano nel Petrolchimico – aggiunge Schiavina – perdiamo un milione di euro al giorno».

Questione dragaggio: sono state individuate sempre nell’area Petrolchimico due zone (a Nord e a Est) per stoccare e lavorare i residui dei fanghi. Messa a dimora e trattamento. Fin qui la riflessione, chiamiamola, industriale. Poi va fiancheggiato il ragionamento legato alla navigazione e alle possibili ricadute turistiche. Pragmatismo e non voli alla Icaro. Ovvero non c’è grande chance per avere spazi che consentano la presenza di navi di classe V, già arduo – ma diciamo sperabile – per quelle di classe IV. Quindi possibili battelli e navi di piccole/medie dimensioni. Ma non altro.

Ora, i lavori fatti: ponte Bardella sul canale Boicelli zona Vallelunga, ponte Madonna a Migliarino e demolizione con successiva costruzione ponte di Final di Rero (per quest’ultima opera stanziati 26 milioni di euro). Già appaltati il dragaggio della Darsena di S. Paolo (inizio a maggio, poi stop estivo e ripresa a settembre). Sempre tra un mese saranno definiti i lavori sul Boicelli che riguardano ponte Betto, ponte Confortino, ponte Mizzana e ponte ferrovia merci. Sono disponibili 69 milioni di euro.

Da mettere in atto l’opera di difesa dell’imboccatura del canale di Porto Garibaldi, la riqualificazione del Po di Volano, il nodo idraulico di Pontelagoscuro per consentire le manovre di inversione dei natanti. Su tutto, una riflessione chiara: l’idrovia ferrarese potrà eventualmente puntare sul settore turistico, non certo sul trasporto industriale. Sul fronte turistico tanto ne sa Georg Sobbe, proprietario dell’imbarcazione Nena: «Il dragaggio del Po di Volano in Darsena è fondamentale. Però faccio notare che la conca di Valle Lepri è chiusa dal 2013: quindi è interrotta la via che collega Ferrara verso il mare. Inoltre il Po di Primaro non arriva a Marrara: è navigabile soltanto per 3-4 km. Ricordo anche che a Fossanova, come alla Canottieri oppure in Darsena non c’è un attracco pubblico. Un attracco è indispensabile per uno sviluppo turistico. Non esiste una cabina di regia comune». Insomma, ci si prova. Ambiziosi gli ingredienti (economia, turismo e ambiente) tosto creare un buon impasto. Qualche passo è stato avanzato, la proiezione – necessità - è che entro il 2027 ben altri e corposi vengano compiuti.

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