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Lavori post sisma

Ferrara, la Provincia inizia il trasloco: «Castello chiuso per due anni»

Stefano Ciervo
Ferrara, la Provincia inizia il trasloco: «Castello chiuso per due anni»

Padovani: «Senza turisti per metà del cantiere». Scenario 2027

28 aprile 2024
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Ferrara Il trasloco degli uffici e della sede della Provincia entro giugno, l’ultimo step dopo le elezioni del Consiglio provinciale a fine settembre; poi, da gennaio, il grande cantiere del Castello che andrà avanti per quattro anni, due dei quali con «completa chiusura» del percorso turistico. È questa la prospettiva che si sta ormai delineando per il monumento principe del Ferrarese, in quanto i non più rinviabili interventi strutturali post-sisma renderanno troppo pericoloso tenere aperto parzialmente alle visite. Molto incerto, a questo punto, anche l’evento di fine anno dell’Incendio del Castello, dopo l’edizione 2024 che è confermata.

La decisione

Dalle parole del presidente della Provincia, Gianni Michele Padovani, lo scenario sembra essere ormai definito, anche se il tempogramma del cantiere andrà definito con la ditta vincitrice del maxi appalto ed i tecnici della Provincia. «Purtroppo la chiusura totale del percorso turistico, per almeno due anni, è inevitabile per motivi di sicurezza - spiega Padovani - Sono necessari interventi di consolidamento strutturale, oltre che di ripresa degli affreschi, perché i danni del sisma sono ancora tutti lì e si fanno sentire su di un edificio così antico e di quelle dimensioni. In precedenza si potrà lavorare con un percorso parzialmente aperto». È probabile che i primi due anni di lavori saranno dedicati appunto alla parte più “leggera” del cantiere, mentre l’ultima parte comporterà la chiusura del monumento. Stiamo quindi parlando del biennio 2027-28, con un inevitabile, durissimo contraccolpo per il sistema turistico non solo della città: sarà il caso di tenerne conto per la programmazione, anche in tema di eventuali candidature a capitale della cultura italiana o europea.

Il trasloco

Intanto l’amministrazione provinciale si sta preparando a spostarsi per intero, o quasi, nella sede provvisoria di corso Isonzo 105, che è un cantiere a sua volta da parecchi mesi. «Entro il mese di giugno cominceranno a trasferirsi gli uffici della Ragioneria, durante l’estate seguiranno gli altri, compreso il mio - sottolinea Padovani - Resteranno per il momento in Castello solo la segreteria, per il semplice fatto che il 29 settembre ci saranno le elezioni provinciali di secondo grado, e vogliamo tenere lì fino a quel momento un punto di riferimento centrale». Entro fine anno anche gli ultimi amministrativi traslocheranno in corso Isonzo, assieme alla sede dell’ente. L’intenzione è tuttavia di riportarla poi in Castello al termine del cantiere, assieme all’ufficio di presidenza e le funzioni di rappresentanza. Nel frattempo cominceranno i preparativi per il cantiere, a partire dallo smontaggio degli ascensori: sarà evidentemente necessario mantenere in essere anche in queste fasi intermedie l’accessibilità degli uffici e del percorso di visita, che appunto non viene toccato con certezza almeno fino all’inizio dell’anno prossimo.

I lavori

L’aggiornamento ufficiale più recente risale a fine marzo, quando la Provincia ha licenziato il progetto definitivo/esecutivo dell’intervento di riparazione e miglioramento strutturale del monumento, e il quadro economico di spesa, che sarà di poco più di circa 16 milioni di euro. Il cantiere verrà finanziato con tre differenti linee. La prima da 7 milioni di euro, fa parte del progetto del Mibact “Gallerie Estensi” per il trasferimento al Castello della Pinacoteca nazionale di Ferrara. La seconda, pari a 6,7 milioni di euro, fa parte dei finanziamenti per la ricostruzione post sisma del 2012, ed è relativa ai lavori di manutenzione straordinaria delle parti dell’edificio con opere di rafforzamento e miglioramento sismico. La terza linea di finanziamento, sempre relativa al miglioramento sismico, proviene invece dalle assicurazioni ed è pari a 2,5 milioni di euro. Ai fini del monitoraggio, il finanziamento del Mibac, il più recente, assorbirà gli altri due. Rimane ora da attendere l’affidamento dei lavori, un percorso particolarmente complesso per l’entità dell’appalto e la complessità tecnica dell’intervento.