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Ferrara, truffe tecnologiche: Poste svela i trucchi

Francesco Gazzuola
Ferrara, truffe tecnologiche: Poste svela i trucchi

L’80% delle vittime di frode ha tra i 30 e 50 anni

30 aprile 2024
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Ferrara «Un truffatore non può fare nulla senza di te». Lo slogan di Poste Italiane vuole far luce sul mondo buio, ma quanto mai attuale, in cui si aggirano i frodatori. Le modalità e i meccanismi che vengono messi in atto per ingannare le persone e lasciare in rosso il loro conto sono sempre nuovi e diversi, al fine di raggirare qualsiasi contromisura che gli enti economici adottano per tutelare i propri clienti. Si potrebbe poi pensare che le vittime preferite dei truffatori siano gli anziani e invece l’80% delle frodi avviene a danni di persone con età compresa tra i 30 e i 50 anni (rapporto Poste Italiane).

Il metodo di raggiro preferito sfrutta l’intelligenza artificiale e la manipolazione psicologica cosicché la vittima venga indotta a compiere transazioni con il pretesto di problemi di sicurezza sul conto o sulla carta. Parte tutto da una mail, un messaggio o una telefonata: ad inviarli sembra una fonte attendibile, ma in realtà si tratta di spoofing, una tipologia di frode attraverso cui i malviventi riescono a camuffare il mittente tramite una numerazione o un nominativo apparentemente sicuro, tipo Poste Italiane e forze dell’ordine. Il consiglio è di digitare il numero senza mai richiamare direttamente (anche se ovviamente sembra attendibile), perché alto è il rischio di estorsione dati.

«Agganciata la vittima, i truffatori attivano meccanismi di manipolazione psicologica basati sul messaggio allarmistico o ingannevole che spingono i clienti bancari e postali a correre all’interno degli uffici e svolgere, in qualità di titolari, transazioni che inviano attraverso bonifici, Postagiro o ricariche il proprio denaro a sedicenti funzionari antifrode con la motivazione di mettere in sicurezza il denaro». È Alessandra Mariotti, responsabile Fraud Managment area centro nord di Poste Italiane, a descrivere accuratamente la metodologia con cui si svolge il raggiro. È dunque il titolare in persona del conto a svolgere il trasferimento di denaro destinato al suo ricattatore, che in quel momento però rappresenta la sola voce di cui fidarsi.

Gli operatori postali stessi, formati per prevenire questo tipo di truffa, vengono indicati dai frodatori come "collusi", perciò nulla possono di fronte alla ferma volontà del cliente, che finisce per rovinarsi con le proprie mani. «Quando vengono instillati l’allarme, l’urgenza e la condizione psicologica di paura, la gente non si rende conto di ciò che fa e non svolge un’azione critica - spiega Mariotti -. Il cliente clicca o compila, quindi c’è un primo phishing di dati (i codici di sicurezza personali vengono così carpiti, ndr). Nelle telefonate poi, i truffatori mettono in atto meccanismi di manipolazione. I segnali sono evidenti perché mai le forze dell’ordine o Poste Italiane chiederebbero i dati riservati oppure di disporre una transazione; tuttavia, dentro questa trappola qualcuno ci scivola».

Casi ce ne sono stati anche in provincia di Ferrara: «È capitato che si fosse riusciti a bloccare un signore, fermamente convinto ad effettuare il trasferimento di denaro, perché la moglie ha chiamato i carabinieri, che si sono recati direttamente all’ufficio postale per sventare la truffa in atto». Questo episodio a riprova della forte capacità di persuasione: «I clienti vedono che la telefonata arriva da fonti apparentemente attendibili e sentono che il centralinista è bravo».

Succede tuttavia che non sempre il piano dei truffatori va in porto e la loro abilità nel creare un feeling con la vittima viene meno: «La bravura di chi esegue la frode si incrina quando il cliente non segue subito le indicazioni - rivela Mariotti -. È allora che il frodatore si indispone, alza i toni, minaccia e sbatte il telefono in malo modo. Ecco quindi che chi mette in campo lo spirito critico, di attesa e riflessione, si ritrova a conferma della realtà delle cose». Vittima di frode sono anche coloro che mettono in vendita un bene sui siti online e invece di guadagnare si ritrovano a perdere soldi: «Al venditore viene chiesto di recarsi all’Atm e fare un’operazione, presentata come una sorta di autorizzazione tramite cui si sblocca la transazione, tuttavia finisce per mandare denaro al malvivente tramite molteplici ricariche» illustra la responsabile Fraud Managment.

Come già detto, i truffatori trovano sempre nuovi escamotage per raggirare i meccanismi utilizzati a loro volta per contrastare le frodi. È per questo che, oltre al Fraud Prevention Center che vigila sulla sicurezza della transazioni, alla formazione dei direttori degli uffici postali e i messaggi in fase di trasferimento di denaro a conferma di un’operazione non condizionata, Poste Italiane investe sulla prevenzione al fine di consigliare i cittadini ad operare, online e non, in sicurezza senza cadere nella rete della truffa.