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Il caso

Ro, il VenTo di Supa sarà demolito: ristorante dalla vita travagliata

Donatella Marighella
Ro, il VenTo di Supa sarà demolito: ristorante dalla vita travagliata

Il locale in golena nel 2019 rimase sommerso per due volte dalle acque del Po. Poi l’aspro conflitto con l’amministrazione di Riva del Po ne ha segnato il destino

07 maggio 2024
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Ro Il VenTo di Supa, il ristorante nella golena attrezzata di via Dazio a Ro, verrà demolito. Un destino segnato da due fenomeni alluvionali che nel 2019 misero al tappeto i gestori Michele Raccuia e Federica Celoria. Aderendo ad un bando per il progetto nell’area golenale, nel 2016 i due avevano "costruito" questa meraviglia. Le loro capacità imprenditoriali avevano fatto il resto e nel giro di poco tempo quel luogo diventò il ritrovo di molti. L’apoteosi arrivò all’inizio dell’estate del 2018, con l’inaugurazione del Lido di Ro, una sorta di stabilimento balneare sulla sponda del Po: sabbia, 10 ombrelloni, 20 lettini, due docce solari, un chiringuito e una zona salotto di 70 posti fruibile dal martedì alla domenica. Nel giro di pochi anni quel luogo buio e abbandonato dove la gente andava a gettare i rifiuti ingombranti, diventò attrazione turistica. Poi qualcosa non ha funzionato. La piena eccezionale del Po e il conflitto con la nuova amministrazione di Riva del Po misero in crisi la struttura. La prima fece molti danni, compresa la deriva del Mulino sul Po. Poi il contenzioso, una vicenda partita nel settembre 2019, quando il Comune promosse un inadempimento contrattuale di 54.601,94 euro, nominando un legale per il recupero dell’insoluto. La vicenda dal tribunale passò in concordato poi di nuovo in tribunale, con una cifra richiesta dal Comune ancora maggiore, fino ad arrivare a circa 90mila euro, poi ridotti a 73.022,91. Quindi la replica degli ex gestori, con richiesta di danni per 350mila euro, vista l’impossibilità di poter lavorare dopo l’allagamento avvenuto nel dicembre 2019 (il locale non ha più riaperto). La ditta era ritenuta insoluta per canoni di locazione non corrisposti dal giugno 2016 al giugno 2021, oltre a canoni successivi e interessi moratori. Da subito i titolari dell’attività risposero che non erano canoni dovuti, per accordi con la precedente amministrazione di Ro, oltre al fatto che erano imputate spese negli anni 2020 e 2021, quando cioé la ditta non era più presente.

Ad ottobre 2022 arriva il verdetto dal tribunale. Riconoscimento alla ditta Trattoria La Supa dei lavori eseguiti e certificati per 24.744, 84 euro. Così come è stato riconosciuto che in seguito all’evento calamitoso del dicembre 2019 e il divieto del Comune di utilizzo dell’area, di fatto risulta che da quel momento il locale non è più stato gestito dalla ditta, per cui non erano esigibili i canoni richiesti. Per tale motivo, veniva deciso che al Comune spetta una somma di 30.360,29 euro per canoni e oneri accessori fino al novembre 2019, oltre a condannare la titolare Celoria a rifondere il Comune di metà delle spese di lite, per 5.635 euro (oltre 845,25 euro per spese extra). Durante alcuni passaggi in consiglio comunale di Riva del Po emerse il fatto che lo stabile che ospitava il ristorante non fu mai depositato al Catasto, facendolo risultate di fatto abusivo: ma di questo non ne fu più parlato. L’abbandono dopo la "fiumeggiata" del 2019 è evidente, come pure lo stato di abbandono dell’ex ristorante, tanto che a fine febbraio arriva al Comune, da parte dell’Agenzia Interregionale per il Fiume Po (AiPo), la comunicazione che invita l’amministrazione a procedere con urgenza alla rimozione della struttura, non più compatibile con la collocazione in area golenale, considerato l’importante stato di degrado. Da tempo il Comune si era dato come obiettivo il recupero e la valorizzazione dell’area e quindi la necessità di dover intervenire demolendo la struttura esistente. Pochi giorni fa l’affidamento di questa operazione alla ditta Alco Costruzioni, che prevede l’importo di 47.400 euro più Iva, per complessivi 57.828 euro.