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L’emergenza

Granchio blu, ristori lontani: pescatori di Goro e Porto Garibaldi amareggiati

Katia Romagnoli
Granchio blu, ristori lontani: pescatori di Goro e Porto Garibaldi amareggiati

Il Capo dello Stato ha bocciato il decreto Agricoltura. La rabbia negli allevamenti: «Le istanze dei pescatori si devono fermare»

11 maggio 2024
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Goro e Porto Garibaldi Cresce lo sconforto anche tra i pescatori di Goro e Porto Garibaldi, dopo la mancata firma da parte del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al Decreto Legge c.d. Agricoltura, approvato lunedì scorso dal Consiglio dei Ministri. Per alcune incongruenze nel testo, attraverso il suo ufficio legale, il Capo dello Stato ha rispedito al mittente il provvedimento, in attesa di eventuali modifiche, dando origine, indirettamente, ad una nuova situazione di stallo, rispetto ai tanto sospirati ed attesi ristori contro la predazione del granchio blu. «Pur apprezzando l’attenzione del governo e del ministro Francesco Lollobrigida - interviene Massimo Bellavista, responsabile Pesca e Acquacoltura Emilia-Romagna Legacoop Agroalimentare Nord Italia -, alle problematiche del granchio blu, oggi la novità è che il presidente della Repubblica non ha firmato il decreto. Come intende ora intervenire il Governo? Questo fa riflettere e ci fa capire che le cose vanno concertate e condivise a monte e non a valle. Le istanze dei pescatori si fermano».

Il punto

Nel tanto atteso Decreto Legge approvato cinque giorni fa, il Governo aveva stanziato, fra gli altri, un budget da 10 milioni di euro a parziale rimborso per l’acquisto del novellame di vongole, quasi completamente predato dall’invasione del granchio blu. Bellavista osserva come «le risorse stanziate sono poche, perché sono destinate a fronteggiare l’emergenza granchio blu in tutta Italia e non solo a Goro e a Comacchio. Non dimentichiamoci che l’emergenza è scoppiata un anno fa e il calo di produzione dei primi mesi del 2023 non è stato significativo, come quello registrato dopo e cioè dalla fine del 2023 in poi». Alle condizioni attuali sono pochi i molluschicoltori in grado di presentare domande di indennizzo, ai sensi della Legge 102/2004, con cui il settore della pesca è stato equiparato a quello dell’agricoltura. Nel suo dispositivo il decreto legge prevedeva anche la sospensione dei mutui per dodici mesi per i pescatori che avessero subito perdite di prodotto di almeno il 20%, per cui la situazione di stallo potrebbe comportare la mancata applicazione della misura per il 2023. L’auspicio è quello che il provvedimento governativo, una volta rivisto e rimaneggiato, possa riprendere il suo iter burocratico, sino alla firma del Capo dello Stato. Il mondo della pesca, nel frattempo, non resta con le mani in mano, perché, come spiega lo stesso Massimo Bellavista, «stiamo cercando di sviluppare lungo la costa emiliano romagnola canali distributivi, che possano assorbire il mercato del granchio blu». Dopo la battuta d’arresto all’iter procedurale del Decreto Legge Agricoltura, attorno al quale Mattarella ha sollevato perplessità (dal divieto di installare pannelli fotovoltaici in terreni agricoli al presunto passaggio dei Carabinieri forestali alle dipendente del ministero dell’Agricoltura), viene nuovamente caldeggiata l’istituzione di un tavolo tecnico «che entri nel merito - conclude Bellavista - dei problemi e che sia in grado di rispondere alle esigenze delle imprese».