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L’indagine

Ferrara, ex ultrà spallino finisce nei guai

Ferrara, ex ultrà spallino finisce nei guai

Per lui e per un complice la custodia in carcere, sono indagati per sequestro, rapina ed esplosivo

16 maggio 2024
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Ferrara I contorni del caso non sono ancora ben definiti, perché le indagini sono il risultato di azioni apparentemente scollegate commesse a mesi di distanza le une dalle altre ma accomunate, in parte, dalla presenza degli stessi protagonisti. L’inchiesta, coordinata dal pm Ciro Alberto Savino e svolta dai carabinieri di Ferrara, ha portato anche all’esecuzione di due misure cautelati in carcere a carico di Alessandro Casolari, 57 anni, vecchia conoscenza del tifo spallino (legami che risalgono agli anni ’80 e ’90 e che si sono molto affievoliti nel tempo), e di Roberto Roma, 50 anni (per loro oggi l’interrogatorio di garanzia). Casolari è il più conosciuto dei due per la sua (ex) militanza fra gli ultrà biancazzurri e per i problemi che ha avuto in passato con la giustizia. Da tempo, però, il suo nome era lontano dalle cronache. Ora è accusato di aver realizzato un ordigno rudimentale affidato a due giovani da poco maggiorenni per compiere un’azione intimidatoria nel giardino di un palazzo della città. Casolari deve rispondere anche di rapina e sequestro di persona (con Roma) in relazione ad uno degli episodi su cui nel tempo si era concentrata l’attenzione degli inquirenti. Ed è stata proprio la rapina a portare i carabinieri sulla pista sfociata nelle misure cautelari e a svelare ciò che è emerso finora nell’inchiesta. Vittima del blitz, ma per lui poi è scattato l’arresto per reati legati allo spaccio di stupefacenti, è un giovane di 23 anni che, attirato in una trappola (la promessa di una cessione di droga), è stato invece aggredito, minacciato e immobilizzato da tre uomini con l’aiuto di fascette da elettricista ai polsi e alle caviglie, privato del portafoglio e del telefono cellulare e chiuso in una stanza, da cui è riuscito a fuggire. Il trambusto ha però richiamato l’attenzione dei vicini. L’arrivo dei carabinieri ha consentito di ricostruire il bottino predato dai rapinatori, certamente ridicolo se rapportato alla gravità del reato contestato: 100 euro in contanti, 40 euro prelevati indebitamente dal bancomat e un telefonino.

La vicenda presenta diversi punti oscuri, le indagini dei carabinieri hanno allargato successivamente il giro dell’inchiesta ad un 60enne e a un 21enne. Il primo è stato identificato come colui che nel corso della rapina era travisato con una bandana. Il secondo era stato convocato in caserma per un accertamento relativo all’indagine ma aveva reagito (resistenza a pubblico ufficiale). Da qui una perquisizione a casa sua, dove sono stati trovati 1,5 kg di hashish, 31 grammi di cocaina e 119 di marijuana oltre a 13.000 euro in banconote false. Dai suoi contatti è stato individuato un gruppo di persone, tra cui Casolari e Roma, oltre al 60enne, denunciato perché sarebbe coinvolto nel sequestro. L’ultimo sviluppo, il 23 febbraio scorso, con l’ordigno trovato in possesso di due giovani nemmeno ventenni che sarebbe stato confezionato da Casolari (per un periodo ha prestato servizio nell’esercito) con 350 grammi di "polvere flash", una potenza non solo dimostrativa. Casolari deve ora rispondere di rapina, sequestro e cessione di ordigni esplosivi senza licenza. I due giovani sono stati denunciati per detenzione di materiale esplodente. Roma è finito nei guai anche per il possesso di 114 grammi di hashish e 10mila euro in contanti. Il 23enne rapinato e sequestrato è stato arrestato per spaccio (un panetto di hashish da 123 grammi) e rimesso in libertà in attesa del processo.

Gi.Ca.